Ci sono momenti in cui si perde la pazienza, la paziente attesa di vedere un miglioramento – che non può non avvenire – dei rapporti tra esseri umani. Piccoli passi verso un futuro migliore, più pacifico, meno conflittuale. Un miglioramento al quale, anche con piccole cose, tanti di noi partecipano con passione.
Ne parlavo con un caro amico che, anche lui preso da un attimo di disillusione, mi ha detto:
… negli anni, nei decenni, nei secoli, sempre le stesse modalità: il capopopolo che sbraita sgrammaticato, la massa lobotomizzata che avvampa, inveisce e grida istericamente, il capro espiatorio che subisce.
Sempre così, sempre lo stesso spot trito e ritrito che viene proiettato sullo schermo/scherno della vita. Ma, del resto, questo è il mondo: un luogo puzzolente e sovraffollato dominato dalla violenza e dall’ignoranza, l’una e l’altra unite in mutua amplificazione.
Sapevamo entrambi che non è proprio così. Ma devo confessare che certe affermazioni di personaggi tipo Matteo Salvini mi fanno rabbrividire. Mi verrebbe la voglia di imbracciare un lanciafiamme, prenderli di mira ed incenerirli … poi, invece, riapro il libro di Amartya Sen e lo rileggo… e credo che anche i simpatizzanti di Salvini dovrebbero leggerlo.