Per l’apertura di un canale umanitario

Tra la morte e l'Europa.

Tra la morte e l'Europa. Foto Getty.

Appello di Amnesty International:

È in atto la più grande crisi dei rifugiati dalla Seconda guerra mondiale.

Milioni di persone scappano da violenze e soprusi, dagli attacchi con gas in Siria alla tortura e alla schiavitù in Eritrea.

Da gennaio, oltre 411.000 persone, in maggioranza rifugiati, hanno intrapreso viaggi pericolosi cercando sicurezza in Europa. Oltre 2900 i morti.

L’impatto più significativo di questa crisi non si fa sentire in Europa ma in paesi come il Libano, con un milione di rifugiati, il Pakistan, l’Etiopia e il Ciad.

La risposta dei leader europei alla crescente crisi dei rifugiati è stata frammentaria e incoerente, proprio nel momento in cui era necessaria una leadership e il sistema di asilo era al collasso in Europa. Continue reading

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Segreteria telefonica

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Siria, l’arcivescovo di Aleppo: «ISIS? Una messinscena. I salafiti vogliono svuotare il Medioriente dai Cristiani»

monastero cattolico caldeo di San Giorgio
Militante dell’ISIS danneggia il monastero cattolico caldeo di San Giorgio a Mosul, in Iraq.

«Serve una soluzione politica». «La Turchia aiuta i gruppi armati». «L’Occidente blocchi chi finanzia e arma gli estremisti islamici»

Sono le parole del 69enne Antoine Audo, arcivescovo cattolico caldeo di Aleppo, la seconda città siriana. Audo, che negli ultimi 4 anni ha assistito alla distruzione del suo Paese causata dalla guerra tra forze governative e varie fazioni ribelli, sembra avere un’opinione chiara su come risolvere il conflitto: bisogna chiudere i rubinetti degli aiuti ai gruppi armati e cercare una soluzione politica al conflitto. Continue reading

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Facebook, arriva il pulsante “Non mi piace” – anzi, “Mi dispiace”

Mark Zuckerberg

Mark Zuckerberg

Nell’ultima sessione di Q&A Mark Zuckerberg ha risposto alla domanda, ormai classica, del perchè Facebook non introduce un pulsante “Non mi piace” (“Dislike” in inglese).

A sorpresa il fondatore e Ceo di Facebook ha rivelato che, per andare incontro alle richieste dei tanti utenti che vorrebbero avere la possibilità ti cliccare qualcosa di diverso rispetto a “Mi piace”, l’azienda californiana sta per lanciare un nuovo pulsante: «Ce lo chiedevate da tempo e abbiamo deciso di ascoltarvi»Continue reading

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Immigrazione, il giorno dopo – Un MiniDossier di Openpolis

Sui banchi di una scuola multietnica - ©AFP

Pubblicato il MiniDossier di Openpolis “Immigrazione, il giorno dopo”

«Un approfondimento sull’integrazione degli stranieri in Italia, con dettagli sulle singole regioni e confronto con i Paesi UE. I focus – realizzati grazie alla collaborazione con ActionAid – riguardano le comunità presenti e il loro inserimento nella scuola e nel mondo del lavoro.

Sono quasi 5 milioni gli stranieri residenti in Italia e rappresentano l’8% del totale della popolazione. 190 le nazionalità presenti, la comunità più grande è quella rumena con oltre 1 milione di persone.

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Da Kutno a Chełmno

Kutno, Polonia occupata, settembre 1939.

Madre e figlia a Kutno, Polonia occupata, settembre 1939. Foto LIFE

«I tedeschi entrarono a Kutno il 15 Settembre 1939 e durante i primi mesi di occupazione fu distrutta la sinagoga e molti ebrei vennero obbligati ai lavori forzati. Nel mese di giugno 1940 venne ufficialmente aperto il ghetto, poi liquidato tra fine marzo ed inizio aprile 1942 con la deportazione di tutti i suoi abitanti al campo di sterminio di Chelmno.»  – Yad Vashem

Nel campo di sterminio di Chełmno (in tedesco: Vernichtungslager Kulmhof) vennero uccise, a seconda delle stime, 152mila-350mila persone.

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Thailandia, giornalista detenuto dai militari: cronaca di un sequestro annunciato

Immagine Peter Schrank – The Economist

Il noto giornalista thailandese Pravit Rojanaphruk è stato arrestato dai soldati domenica 13 settembre.

La sua famiglia ed i colleghi di Pravit non sono stati informati sul luogo di dentenzione e l’esercito ha rifiutato di rilasciare informazioni al riguardo.

Pravit era già stato arrestato dai militari a maggio 2014 nel contesto della repressione attuata dai golpisti in seguito al colpo di stato militare di Bangkok che ha instaurato il presente regime dittatoriale.

Detenuto in una base militare per una settimana e, secondo i militari, sottoposto a una serie di “colloqui” volti a “creare comprensione reciproca”. Per il giornalista, si trattò invece di un’esperienza “surreale” e di una “guerra psicologica”.

Sabato scorso, il giorno prima di essere nuovamente privato della libertà. Pravit aveva postato un tweet di sfida al golpista Prayuth Chan-ocha:

“Qualcuno può avvertire Prayuth di smetterla di abusare del suo potere dittatoriale? Non è una cosa carina. Non è una cosa thailandese.”

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