Di fiori e di farfalle

Antonio Giudici Photography

Antonio Giudici Photography

«… Così ho voluto redigere l’inventario di queste collezioni di fiori e di farfalle, che conservo ben ordinate nella mia casa di campagna; ma il notaro non si accorgerà che in quelle stanze si aggirano, accennanti con mesto sorriso, ombre care che solo quando questa casa crollerà saranno morte davvero: e che i paesaggi che si scoprono da quelle finestre sono anch’essi vivi come persone.

Ai miei eredi lascerò detto che, in quanto alle mura di quella casa, se le prendano pure per loro; ma in quanto al mio erbario, che racchiude il vecchio odore di questa terra, quello bisognerà che me lo seppelliscano accanto, come mia suppellettile personale …»

(Inventario della casa di campagna – Piero Calamandrei)

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La strage alla Mecca è l’ultima di una lunga serie di tragedie nella Città Santa dell’Islam

pellegrini morti Mecca

I cadaveri dei pellegrini travolti dalla folla durante il pellegrinaggio alla Mecca, 24 settembre 2015. Foto EPA/STR

Quest’anno durante lHajj alla Mecca almeno 717 pellegrini sono rimasti schiacciati nella calcaIl bilancio delle vittime va considerato come ancora parziale.

Questa tragedia è solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti che negli ultimi decenni hanno piagato l’Hajj, il pellegrinaggio alla Mecca, rituale dalle radici pre-islamiche che costituisce uno dei cinque pilastri della religione musulmana.

Tragedie simili si sono verificate alla Mecca nel 1975 (incendio, 200 morti), 1987 (scontri con le forze di sicurezza, 400 morti), 1990 (1.426 morti nella calca), 1994 (270 morti nella calca), 1997 (incendio, 343 morti), 1998 (118 morti nella calca), 2003 (14 morti nella calca), 2004 (225 morti nella calca), 2006 (364 morti nella calca e 76 nel crollo di un palazzo) e nel settembre del 2015 (111 morti per il crollo di una gru).  Continue reading

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Così si muore in Palestina: studentessa 18enne uccisa al checkpoint di Hebron da un soldato israeliano

ragazza palestinese uccisa

La ragazza palestinese poco prima di essere colpita da un soldato israeliano.

Hadil al-Hashlamoun, una studentessa universitaria palestinese di 18 anni, è stata uccisa da almeno 5 pallottole sparate da un soldato israeliano in un checkpoint della città palestinese di Hebron. L’incidente è avvenuto intorno alle 8.30 di martedì 22 settembre.

Secondo la versione dell’esercito di Israele, la giovane avrebbe tentato di pugnalare un soldato non identificato – che non è stato ferito – il quale ha poi aperto il fuoco per legittima difesa. Le forze israeliane hanno anche dichiarato che la ragazza palestinese aveva intenzione di lanciare un ordigno esplosivo.

Queste dichiarazioni sono state contraddette da una serie di testimoni oculari, mentre in immagini e filmati apparsi in rete la studentessa sembra essere disarmata e non mostra atteggiamenti aggressivi.  Continue reading

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Rotte migratorie

F. SOULIER, Invasion des barbares, da “Atlas élémentaire simplifié”, Paris 1850, J. Andriveau- Goujon

ROTTE MIGRATORIE E POLITICHE DI ACCOGLIENZA
Fabio Alfredo Fontana (SIS n.8/2015)

«“Il mondo è in guerra”: questo il titolo emblematico del rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati pubblicato nel giugno 2015. Il resoconto annuale dell’ACNUR [en.UNHCR] facente riferimento al 2014 attesta a 59,5 milioni il numero di persone costrette a migrazioni forzate per sfuggire a scenari di guerra.» Continue reading

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De’ mercanti d’arme, l’audaci imprese io canto

fonte immagine ilFattoQuotidiano 9 marzo 2014

«Campagna pubblicitaria di ArmaLite, azienda statunitense, per il lancio del suo nuovo fucile AR50A1. L’iniziativa (del 2014) ha ricevuto la diffida a utilizzare l’immagine del David da parte della Galleria dell’Accademia di Firenze dove è custodito il capolavoro michelangiolesco.» (Alessandro Oppes, il Fatto Quotidiano 09/03/2014)

«Nel mondo circolano circa 875 milioni di armi da fuoco piccole e leggere destinate ad uso civile (pistole e revolver, fucili da caccia e ad uso sportivo), delle quali il 75% circa (650 milioni) sono detenute da civili.

Si stima inoltre che ogni anno siano circa 526.000 le persone uccise da queste armi, di cui circa l’80% perde la vita al di fuori di scenari di conflitti armati (per omicidi, suicidi, esecuzioni extragiudiziali, violenza di genere, sparizioni forzate, rapimenti). A questo numero va poi aggiunto quello dei feriti e delle vittime delle conseguenze indirette della violenza armata: affamamento, mancanza di cure sanitarie ecc.

Il mercato globale di queste armi raggiunge valori annuali di 8,5 miliardi di dollari, cui vanno aggiunti i proventi, incalcolabili, del florido commercio illegale. L’Italia, in particolare, è tra i maggiori esportatori a livello globale di armi civili piccole e leggere, loro componenti e munizioni. Malgrado la perdurante crisi economica e finanziaria mondiale, il valore globale delle esportazioni effettuate nel 2014 ha raggiunto la cifra di 452.713.932 euro (mentre nel 2013 ha raggiunto la cifra record di 504 milioni di euro).» (da Armi leggere, guerre pesanti – Antonio Lamanna – SIS n.4.2015)

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Salvini vuole la guerra: “Manderei truppe italiane in Siria e Libia”. A febbraio disse l’opposto

Salvini farebbe la guerra ma i rischi sono enormi

In un intervento alla trasmissione Otto e Mezzo diretta dalla giornalista Lilli Gruber, il segretario della Lega Matteo Salvini ha dichiarato che se fosse il Presidente del Consiglio manderebbe truppe italiane a fare la guerra sia in Siria che in LibiaContinue reading

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L’ultimo ebreo di Vinnitsa

ebreo Vinnitsa

L’ultimo ebreo di Vinnitsa, 22 settembre 1941.

Nella foto, un membro dell’Einsatzgruppe D (uno squadrone della morte delle SS) sta per sparare alla testa di un uomo di religione ebraica inginocchiato di fronte ad una fossa comune a Vinnitsa, in Ucraina. Nel retro della foto, datata 22 settembre 1941, la scritta: «l’ultimo ebreo di Vinnitsa».

Hannah Arendt ha usato questa foto per descrivere il concetto di “banalità del male“:

«Le espressioni neutre del boia e del pubblico in uniforme racchiudono abbastanza bene questo concetto: sembra stiano assistendo alla scena di un barbiere che taglia i capelli, piuttosto che ad un crudele sterminio di innocenti. Gli esseri umani possono adattarsi a sopportare quasi tutto, ma così facendo a volte perpetuano un male incredibile. La morte dell’empatia umana è una dei primi e più significativi sintomi di una cultura che si trova sul punto di cadere nella barbarie.»

A Vinnitsa e dintorni tra il 16 e il 22 settembre 1941 vennero uccisi tutti i cittadini di religione ebraica: circa 28mila uomini, donne, anziani e bambini. Continue reading

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