Nevica sul Mediterraneo

Bufera di neve al mare di Bodil Hegnby Larsen

Bufera di neve al mare di Bodil Hegnby Larsen

Nevica sul Mediterraneo
I fiocchi cancellano la guerra
I morti non danno più notizie di sé
Le vedove vivono a ritroso
Il giorno compie un’effrazione e cola come latte nei rifugi
I gatti lo leccano da terra poi si puliscono il muso su una macchia di sole
Il cadavere di un gatto in mezzo alla strada
Dà la nausea al tiratore scelto
Accovacciato sulla propria ombra
Guarda l’albero assente e il nido posato sull’aria
Finita la guerra
Si ritirerà in un nido

(Vénus Khoury-Ghata)

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La Birmania e la lebbra

Na Law (a sinistra) e suo marito Isam Bala (a destra) hanno vagato per il confine tra Myanmar e Cina per oltre 40 anni prima di arrivare a Naung Kan. A quel punto, Na Law era cieca e la lebbra di Isam Bala era progredita. (Un posto da chiamare casa - foto Brannan O’Connor)

Na Law (a sinistra) e suo marito Isam Bala (a destra) hanno vagato per il confine tra Myanmar e Cina per oltre 40 anni prima di arrivare a Naung Kan. A quel punto, Na Law era cieca e la lebbra di Isam Bala era progredita. (Un posto da chiamare casa – foto Brennan O’Connor)

«Isam Bala contrasse la lebbra, chiamata anche morbo di Hansen, più di 40 anni fa, quando aveva appena dodici anni. Isam e sua moglie, Na Law, sono stati costretti a lasciare il loro villaggio al confine tra Cina e Myanmar quando erano ancora adolescenti. La coppia ha trascorso la parte maggior pate degli ultimi 40 anni vagando da una città all’altra, ostracizzati e incapaci di costruirsi una vita.
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La fotografia, una frode sin dalle origini

Il fotografo Joan Fontcuberta in un’opera ironica, una parodia in cui l’artista si traveste da terrorista islamico, indossando una barba finta e abbigliamento arabo. Manipolando foto e video dal canale Al-Jazeera, l’artista si pone nelle scene, sovrapponendo il suo volto al corpo di Bin Laden. La scritta della foto riporta le parole “carote cotte”.

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Inseguendo storie ed emozioni vietnamite

Run,Girl! © Dy Duyen

Run, Girl! Foto Dy Duyen

Il fotografo Dy Duyen intervistato da Elisa Chisana Hoshi:

«Inseguo storie ed emozioni. Mi piace che le foto siano evocative, che suscitino un pensiero, che raccontino un ricordo. Che ti venga voglia di capire che cosa passa per la testa a quel soggetto, che tu ti chieda qual è la sua storia. Ma non voglio che siano storie troppo chiare, o esplicite. Preferisco che siano ambigue. L’ambiguità è molto più interessante, e lascia anche più libertà a chi guarda.»

Le tue foto ritraggono solamente ragazze, come mai?

«Le donne mi ispirano. Lavoro con amiche, clienti e modelle, e tutte hanno una cosa in comune: la loro bellezza mi tocca, suscita in me emozioni forti e purissime. Sto cercando modelli maschili che mi ispirino così, ma non li ho ancora trovati.»

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Magna Charta Libertatum

Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 7 dicembre 1928) – Wikipedia

«Che razza di mondo festeggerà il millesimo anniversario della Magna Carta, il documento sui diritti dei cittadini d’Inghilterra che re Giovanni Senza Terra dovette firmare nel 1215?

Dipenderà da ciò che facciamo oggi.

E le prospettive non sono buone.

La prima edizione critica della Magna Carta fu pubblicata nel 1759 dal giurista inglese William Blackstone, la cui opera costituì la fonte del diritto costituzionale degli Stati Uniti d’America. Si intitolava The Great Charter and the Charter of the Forest, La Magna Carta e la Carta della Foresta. Continue reading

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Brevità

Autoritratto nello specchio di bambù – Edouard Vuillard (1890)

Se questa breve poesia si stende oltre
il suo primo verso, allora è già, è già,
fallita, è diventata qualcos’altro,
qualcosa che il suo autore non voleva
diventasse, una cosa a senso unico,
maleducata, scalmanata,
il cui viaggio tortuoso è noto
solo a lei, la cui lingua è solo sua.
L’autore è destinato, io temo,
a scrivere poesie che gli sfuggono.
Questa, per esempio, doveva essere lunga
un verso, essere anzi un solo lungo verso,
dedicato a Mervyn Morris e al suo amore
della brevità, ma è diventata totalmente
altro. La poesia canta il proprio canto,
giunge alla propria fine nella propria ora.

(Kei Miller)

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Vita e morte sulle strade della Siria

Zakia Abdullah si trova tra le macerie della sua casa nel quartiere di Tariq al-Bab di Aleppo.

Zakia Abdullah si trova tra le macerie della sua casa nel quartiere di Tariq al-Bab di Aleppo – foto Pablo Tosco

Un esodo epocale lo ha definito Giampaolo Cadalanu su Repubblica.

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