di Matthew Tempest, 14 marzo 2016, EurActiv.com
Alla fine dello scorso anno, i presidenti del Comitato del Parlamento europeo per gli affari esteri e il capo della delegazione europea all’ASEAN, hanno rivolto l’invito al deposto primo ministro thailandese, Yingluck Shinawatra, di andare al Parlamento europeo di Bruxelles per informare i deputati sullo stato della democrazia nel suo paese.
Con loro sorpresa, non solo la richiesta venne rifiutata [dal regime militare], ma il nuovo primo ministro, il generale Prayuth Chan-Ocha capo della giunta militare, mise pubblicamente in dubbio la genuinità dell’invito.
Shinawatra non è andata a Bruxelles, è agli arresti domiciliari a Bangkok, in attesa di giudizio per un caso di corruzione relativo ad un sistema di sovvenzioni ai coltivatori di riso. I suoi difensori considerano le accuse politicamente motivate.
Di conseguenza i parlamentari europei Elmar Brock e Werner Langen hanno sporto una denuncia congiunta attestante la “sorpresa e profonda delusione […] per la decisione delle autorità thailandesi di bloccare la sua partecipazione ad un dibattito aperto al Parlamento europeo”, un segno di quanto le relazioni UE-Thailandia siano cadute in basso dal momento del colpo di stato militare del maggio 2014.