
Guerra alla droga nelle Filippine: due donne piangono di fronte al corpo di un uomo assassinato per strada il 23 luglio 2016 a Manila. Foto Getty
Guerra alla droga nelle Filippine: due donne piangono di fronte al corpo di un uomo assassinato per strada il 23 luglio 2016 a Manila. Foto Getty
Mentre lo spoglio è ancora in corso, i seguenti dati appaiono chiari:
Ecco come titolano i principali quotidiani italiani il 5 marzo 2018, giorno dopo le elezioni politiche italiane del 2018 per il rinnovo dei due rami del Parlamento: il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati.
«nell’Italia gioconda d’oggi, per fascismo la morte non la rischia nessuno, se non qualche immigrato»
Trenta colpi di pistola sparati su bersagli umani. Gente colpita davanti alla stazione, al bar o per strada. Sei feriti. Una pallottola contro la sede del Partito Democratico. Quello di Luca Traini, il terrorista nazifascista che “non ha dimostrato nessun rimorso“, è uno dei peggiori attentati commessi in Italia negli ultimi decenni. Ma gli italiani non hanno nulla di cui preoccuparsi, sostiene Mattia Feltri nel suo Buongiorno del 1° marzo. Perché,
«nell’Italia gioconda d’oggi, […] per fascismo la morte non la rischia nessuno, se non qualche immigrato»
Non c’è nessun rischio. Al massimo il fascismo ammazza qualche immigrato. Ha scritto proprio così.
Martedì 5 dicembre 1933, con la ratifica del XXI Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America, si sancì la fine del XVIII emendamento, che proibiva il consumo e la produzione di bevande alcoliche.
Il celebre autoscatto di Christopher Johnson McCandless è una foto ingannatrice.
La storia di Chris è nota. Il giovane statunitense si laurea con ottimi voti e invece di cercarsi un lavoro scappa. Lascia la famiglia benestante e tutto quello che ha, devolve i risparmi in beneficenza, brucia gli ultimi dollari, abbandona qualsiasi traccia della sua identità e parte da solo per un viaggio in autostop tra Stati Uniti e Messico.
Avin Dar, guerrigliera di etnia yazida: «Mentre liberiamo Raqqa liberiamo noi stesse, e le donne di tutto il mondo».