Kazakistan: Nazarbayev rieletto col 97,7% dei voti

elezioni kazakistan

Elezioni presidenziali in Kazakistan

Il “Leader della Nazione” guida il Paese centrasiatico dal 1984

(Asiablog.it) – Nursultan Nazarbayev, 74 anni, è stato riconfermato alla presidenza del Kazakistan per la quinta volta consecutiva ottenendo il 97,7% dei voti alle elezioni presidenziali di domenica 26 aprile 2015.

Nonostante non sia riuscito ad ottenere il 100% dei consensi come i suoi colleghi in Corea del Nord o Thailandia, la vittoria del leader kazako non era mai stata in dubbio. Gli altri due candidati, l’indipendente Abelgazi Kusainov e Turgun Syzdykov del partito “comunista” kazako, sono di fatto alleati di Nazarbayev, mentre gli oppositori sono in carcere, in esilio o costretti al silenzio. Continue reading

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Nepal, terremoto: foto prima e dopo

Sabato 25 aprile 2015 un forte terremoto di magnitudo 7,9 della scala Richter ha scosso il Nepal con tremori che si sono fatti sentire anche in India in città come Delhi, Srinagar e Jaipur. Il terremoto, con epicentro a circa 80km a nord-est dalla capitale nepalese Kathmandu ed un ipocentro a circa 15 km di profondità, ha causato un numero di morti stimato per il momento in circa 2.000 persone. Le scosse hanno anche causato danni incalcolabili al patrimonio storico, artistico e culturale del Paese himalayano, con una serie di edifici storici ridotti in macerie. A seguire, le immagini di alcuni luoghi simbolo del Nepal prima e dopo il terremoto dimostrano la straziante distruzione causata dal sisma.

Dharahara (in nepalese: धरहरा), detta anche Torre Bhimsen, era una torre di nove piani
Bhaktapur (Bhaktapura),  Nepal.

Bhaktapur (भक्तपुर - Bhaktapura), anche conosciuta come Bhadgaon o Khwopa, è un'antica città newari nella parte est della valle di Kathmandu, in Nepal.

Patan Durbar Square
Maju Deval in Durbar Square
Piazza Durbar di Kathmandu
Maju Deval This temple, built in 1690, is a Unesco World Heritage Site in Durbar Square.

Un'altra immagine del tempio Maju Deval, costruito nel 1690, patrimonio mondiale Unesco, sito in Durbar Square e completamente distrutto dal sisma.

Fonte immagini: Times of India.

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Si stava meglio una volta

Il demone seduto nel giardino- Michail Vrubel (1890)

La frase “si stava meglio una volta” non sta a significare che un tempo accadessero meno cose cattive, bensì che – per fortuna – la gente se ne scorda.

(Il tunnel – Ernesto Sábato)

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Liberazione: i diari del 25 aprile

La cosa più bella al mondo è la pace tra uomini liberi. (Rosario Bentivegna, partigiano romano)

 

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Gaza: la distruzione dopo la tempesta

gaza bambini

A 8 mesi dai bombardamenti israeliani, a Gaza e’ crisi umanitaria

A 8 mesi dai bombardamenti israeliani, sono arrivati solo il 5% degli aiuti promessi dai donatori. Manca elettricità, acqua, cibo, lavoro, tutto. Cresce la rabbia

(Asiablog.it) – A Gaza, dopo 8 mesi dall’ultima operazione militare israeliana, c’è ancora la stessa atmosfera di guerra: le rovine di migliaia di case distrutte si stagliano ancora lungo le vie di Gaza, mentre più di 100mila persone hanno perso le loro abitazioni e vivono ancora nelle peggiori condizioni umanitarie. Sono più di 10mila le persone costrette a vivere nelle scuole dell’UNRWA, in condizioni estreme per la vita umana. Centinaia di senzatetto sono costretti a vivere con i loro figli all’interno di caravan grandi quanto una cella. Alcuni quartieri residenziali, nella parte Est di Gaza, appaiono oggi come un cumulo di macerie tra un caravan e l’altro. Continue reading

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In omaggio a Eduardo Galeano

Eduardo Galeano

“Nuove tragedie e vecchie domande”

di Maurizio Chierici (il Fatto Quotidiano, 21 aprile 2015)

Lacrime di coccodrillo, in fondo sono appena 900 morti in coda a un secolo di massacri che spogliano l’Africa di ogni dignità. Esempio nella Nigeria sconvolta per le ragazze rapite da Bobo Haran. Il pil del petrolio la sistema fra le 30 economie felici, ma resta nelle immondizie se si fa il conto cosa guadagna ogni persona.

Miserie perché la ricchezza la pompiamo noi. Metodo inaugurato da Leopoldo I del Belgio incaricato dai sovrani d’Europa di cristianizzare il continente nero. Ordina di tagliare la mano destra ai minatori che battono la fiacca. Premi ai capataz per ogni mano consegnata. Era il primo Novecento, un secolo dopo cambia la forma non la rapina. Continuano a scappare. Scappavano anche i lombardo-veneti dalle macerie Anni 50, avanguardie dei treni del Sud. L’invasione preoccupava il dottor Schwarzenbach profeta a Zurigo dei respingimenti: organizza un referendum per “ripulire“ la patria di Guglielo Tell. Quel fastidio degli italiani sporchi, rumorosi, bugiardi: l’espulsione ci salverà. Si ribella lo scrittore Max Frisch, “cercavamo delle braccia, sono arrivati degli uomini“ non cancelliamo la loro umanità. Vince la ragione ma impossibile bruciare il sospetto che riaffiora appena la nostra disperazione intiepidisce nel benessere.

I veneto-lombardi s’improvvisano ariani delle pance d’Italia impaurite dagli “avanzi“ che attraversano il mare. Avanzi che la burocrazia industriale ingentilisce nell’eufemismo degli “esuberi“, dipendenti fuori dal lavoro come burattini da smontare: 1.350 della Whirlpool bloccano le strade dei nostri giorni e il governo ripete la commedia delle promesse. Teatro dell’apparenza per mascherare la sottomissione al mercato duro e puro. Salamelecchi di convenienza ma come si fa a prenderli sul serio?

Qualche giorno fa se ne è andato Eduardo Galeano, scrittore dell’America “dalle vene aperte“ analisi – racconto sui popoli saccheggiati quindi pericolosi per gli gnomi degli affari.

Ecco la sorpresa: nel settembre ‘99 lo studio Ambrosetti lo invita al Forum di Villa d’Este palcoscenico per chi decide dove va il mondo: Kissinger, Christine Lagarde, Bill Gates, Draghi. E per rilassare la platea siparietti con Berlusconi, Alberto di Monaco, Casaleggio.

Galeano non era rilassante eppure lo fanno arrivare dall’Uruguay per il piacere di confrontare la concretezza di chi programma la vita di tutti con l’utopia dell’indagare fuori dalla modernità.

Parliamo nella terrazza sul lago mentre Franco Modigliani (Nobel dell’economia) ascolta dalla poltrona accanto. Si scusa con la grazia di un vecchio gentiluomo: “Mi occupo di altre cose, non ho sfogliato i suoi libri…“

Vuol sapere cosa dirà e Galeano lo informa che dalla sua America ha portato solo domande. Perché le società del Nord comprano le fabbriche del Sud per chiuderle appena il libero mercato annacqua il consumismo? Cancellano col gomito le promesse firmate con la mano. Del formaggio arrivano solo i buchi e gli umiliati devono obbedire accettando il socialismo rovesciato: privatizza il guadagno, socializza le perdite. Argentina e Brasile hanno privatizzato per pagare i debiti ai fondi monetari. Anni dopo debiti raddoppiati. Altra curiosità: come mai i paesi che armano le guerre sono i custodi delle missioni di pace? Modigliani s’annuvola “Un appuntamento …” e va via perplesso. L’indomani il Corriere della Sera arriva a Cernobbio alle 7 del mattino. “Un delirio…” dev’esser il pentimento di chi ha invitato Galeano. Con la morbidezza delle maniere dovute alle nove fanno sapere che l’intervento è cancellato “per ragioni di tempo“. Non si sa mai le borse che non sopportano le male lingue. Avanti così.

Fonte immagine: Alainet

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Giornata mondiale del libro

Un libro dev’essere un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi. Di questo sono convinto.

(Briefe, Franz Kafka)

Fonte immagine: Novaradio

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