Che marchingegno è il cervello, se è capace di logica, etica, poesia, scienza, amore, solidarietà, generosità, spirito di sacrificio, giustizia, misericordia, e insieme di orrori senza fine?
«Il rapporto fra gli uomini è una sequenza di orrori, di violenza e di morte, che amore, solidarietà, altruismo e pietà non compensano che parzialmente. Tutti gli esseri viventi uccidono per sopravvivere: fra chi acquista la carne in macelleria e la tigre che sbrana una gazzella c’è solo una differenza di procedure.
Solo l’uomo compie massacri e delitti senza scopo esistenziale. I massacri, per i quali sono indispensabili il sistema limbico dell’emotività e il lobo prefrontale della razionalità, sono esclusivi dell’uomo.
Il contrasto fra il senso del bene e fare il male è un tema antico della riflessione dell’uomo su sé stesso. […] il male, anche quello più efferato, può diventare la normalità, la banalità della vita e della storia, spesso senza dubbi o rimorsi. La razionalità, anziché ostacolarlo e impedirlo, lo spiega, lo giustifica e lo rafforza. […] davanti all’inesorabilità del male, l’uomo è solo. Nemmeno le religioni lo aiutano. Per esse, tutto ciò che di bello e di buono c’è nel mondo è opera di Dio, di tutto il male è responsabile l’uomo. Con ‹liberaci dal male› si chiude la preghiera più diffusa fra i cristiani, il Padre nostro. Preghiamo Dio che ci protegga dalla mala natura di noi stessi, che siamo le sue creature predilette.»
(Arnaldo Benini, La coscienza imperfetta, Ed. Garzanti)
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