Due cinesi i primi 2 casi accertati in Italia. Bloccato traffico aereo Italia-Cina. OMS dichiara emergenza globale. Ministro Salute: «situazione totalmente sotto controllo»
(Asiablog.it) — L’Italia ha confermato i suoi primi casi accertati di coronavirus 2019-nCoV nello stesso giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l’epidemia in corso un’emergenza sanitaria globale.
Il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, ha annunciato che due turisti cinesi sono risultati positivi al virus e sono stati ricoverati in isolamento in un ospedale di Roma. La coppia si trovava nel nostro Paese dal 23 gennaio insieme ad un gruppo di loro connazionali. Prima di arrivare a Roma i due avevano viaggiato in altre città italiane, tra cui Milano.
L’Italia è il quarto paese europeo, dopo Francia, Finlandia e Germania, ad aver diagnosticato casi di infezione da coronavirus 2019-nCoV. Contemporaneamente all’annuncio, il Governo italiano ha anche ordinato il blocco completo del traffico aereo tra Italia e Cina, diventando il primo Paese dell’Unione Europea ad adottare una misura cautelativa di questo genere.
Coronavirus 2019-nCoV
L’epidemia di coronavirus 2019-nCoV è stata identificata per la prima volta a dicembre nella città cinese di Wuhan, che ha una popolazione di circa 11 milioni di persone. A partire dal 23 gennaio 2020, l’intera Wuhan è stata messa in quarantena con la sospensione di tutti i trasporti pubblici in entrata e in uscita dalla città, misure che il giorno seguente sono state estese alle città limitrofe di Huanggang, Ezhou, Chibi, Jingzhou e Zhijiang.
Le autorità sanitarie hanno confermato che per il momento ci sono circa 10.000 casi di contagio in Cina e un altro centinaio in una ventina di Paesi al di fuori della Repubblica popolare, tra cui Giappone, Thailanda, Vietnam, Corea del Sud, Canada e Stati Uniti. I morti, al 30 gennaio, sono 213, tutti in Cina.
No allarmismi
Gli esperti invitano a non creare allarmismi: «Stiamo assistendo a numeri limitati, con sporadici casi di trasmissione interumana al di fuori dalla Cina, soprattutto se li paragoniamo all’epidemia di un qualsiasi virus influenzale nel nostro Paese, con milioni di casi da dicembre ad oggi, oppure se consideriamo l’impatto delle polmoniti che curiamo nei nostri ospedali», spiega Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive e direttore della clinica Malattie infettive, Ospedale San Martino di Genova, presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITE). «È opportuno ricordare che la polmonite batterica è la prima causa di morte per malattie infettive nei paesi occidentali. Solo in Italia provoca ogni anno 11.000 decessi. E nel nostro Paese ogni anno circa 5.000 persone muoiono a causa di complicanze respiratorie da influenza».
Il Professor Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, ha spiegato che «i rischi [di contagio] si determinano solo per contatti ravvicinati e prolungati». Sulla stessa linea, il ministro della Salute Roberto Speranza ha dichiarato che «la situazione va seguita con la massima attenzione perché è seria, ma non bisogna fare allarmismi… la situazione è totalmente sotto controllo».
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