Rassegna settimanale di notizie asiatiche
12 luglio — Malesia, Kelantan introduce la fustigazione pubblica
L’Assemblea legislativa del Kelantan, Stato del nordest della Malesia, ha approvato una modifica legislativa per consentire la fustigazione pubblica. Il provvedimento è stato proposto dal Partito islamico panmalese (Parti Islam Se-Malaysia, Pas), il principale partito del Kelantan nonché quarto partito nazionale (14,78% alle ultime elezioni). Il provvedimento sta suscitando polemiche e accuse di incostituzionalità.
12 luglio — Cina, base militare in Gibuti
Sarà in Gibuti la prima base militare cinese all’estero. La nuova base, sostengono i cinesi, avrà le funzioni di peacekeeping e sostegno umanitario e logistico per missioni in Africa e Medio Oriente, in particolare per quanto riguarda la lotta alla pirateria nel golfo di Aden e lungo la costa somala.
13 luglio — Cina, morto Liu Xiaobo: il Nobel scontava 11 anni di galera per “attività sovversiva”
Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace e uno dei più noti dissidenti al governo di Pechino, è morto il 13 luglio in un ospedale nel nordest della Cina per un cancro al fegato. Prima di Liu Xiaobo, l’unico Nobel per la pace morto in prigionia era stato il giornalista pacifista Carl von Ossietzky, deceduto nella Germania nazista il 4 maggio 1938.
15 luglio — ISIS, Al-Baghdadi è morto: il nuovo “Califfo” è franco-tunisino
Sarebbe un terrorista franco-tunisino il probabile successore di Abu Bakr al-Baghdadi alla guida del sedicente “Stato Islamico”, meglio conosciuto come ISIS. Secondo la tv saudita Al-Arabiya al-Baghdadi sarebbe stato ucciso da un bombardamento russo ed il suo successore sarebbe Jalaluddin al-Tunisi, al secolo Mohamed Ben Salem al-Ayouni, 35enne con doppia cittadinanza francese e tunisina. Al-Tunisi si troverebbe in Libia, dove comanderebbe almeno 4 santuari nascosti nel deserto. La transizione del potere nelle mani di al-Tunisi, insieme alla serie di sconfitte dell’ISIS in Iraq e Siria, dove i fondamentalisti islamici hanno perso la roccaforte di Mosul e stanno perdendo quella di Raqqa, potrebbe fare della Libia il nuovo centro del Califfato.
15 luglio — Turchia, a un anno dal golpe in piazza i sostenitori di Erdogan
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha tenuto un comizio davanti a centinaia di migliaia di persone nell’anniversario del fallito tentativo di colpo di stato del luglio 2016. Erdogan ha elogiato chi si è opposto ai golpisti difendendo la democrazia ed il suo governo. Quasi 250 persone sono morte e 2.196 sono state ferite per combattere il tentativo di colpo di stato da parte di una fazione dell’esercito il 15 luglio scorso. Nella successiva repressione governativa contro i presunti sostenitori del golpe, sono state arrestate circa 50.000 persone e sono stati licenziati oltre 150.000 dipendenti statali.
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Stavo cercando notizie sull’economia asiatica e sono finito qua. Leggendo le notizie come base cinese in Gibuti e fustigazione in Malesia mi ha fatto capire che so poco del continente. Tornerò spesso sul blog per aggiornarmi. Grazie!
Grazie a lei!