La storia del monaco buddhista Thích Quảng Đức che si diede fuoco a Saigon

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Il monaco buddhista Thích Quảng Đức si diede fuoco a Saigon, Vietnam, l’11 giugno 1963. Foto Malcolm Browne. Colorizzazione Marina Amaral

Il monaco si suicidò per protestare contro le discriminazioni anti-buddhiste nel Vietnam del Sud: «nessuna fotografia nella storia del giornalismo ha mai generato nel mondo le stesse emozioni di questa»

(Asiablog.it) — L’11 giugno 1963 il monaco buddhista Thích Quảng Ðức si immola a Saigon per protestare contro l’amministrazione del presidente del Vietnam del Sud, il cattolico Ngô Đình Diệm, e la sua politica di oppressione della religione buddhista.

Al tramonto di quella giornata migliaia di saigoniti dichiararono di aver visto in cielo l’immagine di un Buddha piangente. Il 19 giugno il corpo di Thích Quảng Ðức viene (nuovamente) cremato, ma si narra che tra le ceneri il cuore fu ritrovato intatto. Un altro miracolo. Da allora il monaco viene venerato come bodhisattva, una figura dalla natura semi-divina.

La storia di Thích Quảng Ðức divenne celebre in tutto il mondo grazie principalmente alla fotografia scattata dal giornalista statunitense Malcom Browne, che gli valse il premio World Press Photo of the Year per il 1963 e il Premio Pulitzer nel 1964.

Anche se le interpretazioni prevalenti della filosofia buddhista vietano il suicidio, Thích Quảng Đức divenne un potentissimo simbolo di protesta sia in Vietnam che nell’immaginario collettivo mondiale. Il suo gesto ebbe in seguito numerose emulazioni da parte di monaci e normali cittadini, in Vietnam, negli Usa ed in altri paesi.

«Nessuna fotografia nella storia del giornalismo ha mai generato nel mondo le stesse emozioni di questa», disse John Fitzgerald Kennedy, l’allora presidente degli Stati Uniti. Washington chiese a Diệm di andare incontro alle richieste dei buddhisti, che rappresentavano la maggioranza dei circa 15 milioni di abitanti della “Repubblica del Vietnam”.

Il dittatore non accolse l’invito e dichiarò la legge marziale, intensificando propaganda e repressione. Sua cognata, Trần Lệ Xuân, meglio conosciuta come Madame Nhu, definì pubblicamente il suicidio del monaco una “grigliata”. «Ma che bel barbecue! Che brucino pure, noi applaudiremo», disse la Signora, gettando letteralmente benzina sul fuoco dell’odio popolare contro il regime.

Fu anche per queste ragioni che a Washington molti conclusero che Diệm e lu sua cricca non erano più difendibili. L’amministrazione Kennedy, pur divisa al suo interno, non fermò il golpe dell’esercito sudvietnamita che il 1° novembre 1963 rovesciò Ngô Đình Diệm e lo assassinò il giorno seguente insieme al fratello Ngô Đình Nhu. Solo tre settimane dopo a Dallas sarà il Presidente americano a fare una fine simile, ma questa è un’altra storia.

Oggi nel luogo dove il monaco si diede fuoco si erge un monumento. Si trova all’incrocio tra Nguyễn Đình Chiểu e Cach Mạng Thang Tam, nel centro di Città Ho Chi Minh, già Saigon.

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Alessio Fratticcioli

About Alessio Fratticcioli

Alessio è il fondatore e amministratore di Asiablog.it (anche su Facebook e Twitter). Per saperne di più su questo buffo personaggio, la sua lunga e noiosa biografia si trova qui.
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One Response to La storia del monaco buddhista Thích Quảng Đức che si diede fuoco a Saigon

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