Rassegna settimanale di notizie asiatiche
30 maggio — Filippine, anche jihadisti stranieri nella battaglia di Marawi
Almeno 40 jihadisti stranieri stanno combattendo fianco a fianco con i circa 400-500 guerriglieri del sedicente Stato Islamico (ISIS) nella città di Marawi, nell’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. Lo sostiene una fonte di intelligence riportata dal South China Morning Post. La fonte ha specificato che tra i guerriglieri stranieri ci sono diversi indonesiani e malesi ed almeno un pakistano, un saudita, un ceceno, uno yemenita, un indiano, un marocchino e un turco. «L’ISIS sta perdendo terreno in Iraq e in Siria», ha dichiarato Rohan Gunaratna, esperto di sicurezza presso la scuola di studi internazionali di S. Raaratnam di Singapore. «Una delle aree in cui si sta espandendo è il Sudest Asiatico e le Filippine ne sono il centro di gravità».
31 maggio — Filippine, 11 soldati uccisi da “fuoco amico” a Marawi
Un attacco aereo contro i guerriglieri filo-ISIS nella città meridionale di Marawi ha ucciso 11 soldati governativi. Con questo incidente il numero dei membri della forze di sicurezza uccisi nella battaglia di Marawi sale a 38. Le vittime civili sono 19 civili e i combattenti ribelli uccisi circa 120.
3 giugno — Coalizione USA ammette: uccisi almeno 484 civili in Siria e Iraq
Sono almeno 484 i civili uccisi per errore dalla Coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti dall’agosto 2014 ad oggi: lo ha ammesso lo US Central Command. La maggior parte delle “vittime collaterali” dei raid della coalizione e’ avvenuta a Mosul, dove avrebbero perso la vita almeno 105 civili, tra cui molte donne e bambini. Inoltre negli ultimi mesi il numero delle vittime e’ aumentato esponenzialmente. Non e’ ancora chiaro se questo trend sia il risultato dell’intensificarsi delle operazioni belliche oppure se ci sia stato un abbassamento degli standard di sicurezza utilizzati per difendere i civili durante gli attacchi. La ong Airwars sostiene che il numero reale delle vittime potrebbe essere ben più alto: 3.800.
4 giugno — Siria, Forze Coalizione avanzano verso Raqqa
Le milizie curdo-siriane sostenute dagli Usa continuano ad avanzare verso Raqqa ed hanno occupato una diga strategica sul fiume Eufrate a soli 22 km dalla “capitale” del sedicente Stato Islamico. Le Forze Democratiche Siriane, un’alleanza di combattenti curdi ed arabi, hanno dichiarato di aver catturato la diga di Baath, rinominandola Freedom Dam. I curdo-siriani avanzano con una manovra a tenaglia su tre lati verso il centro abitato di Raqqa, circondato da est, nord e ovest.
5 giugno — Cina, a Hong Kong commemorazione vittime del massacro di piazza Tiananmen
Centinanaia di migliaia di abitanti di Hong Kong hanno commemorato le vittime del Massacro di piazza Tiananmen pregando e illuminando la notte con centinaia di migliaia di candele. L’annuale sfida degli hongkonghesi al governo di Pechino è l’unica commemorazione pubblica della repressione del 1989 sul suolo cinese, dove ricordare la tragedia resta ancora un tabù.
5 giugno — Cambogia, voto locale: avanza opposizione
I primi risultati non ufficiali pubblicati dai media filo-governativi suggeriscono che il Partito Popolare Cambogiano (CPP) del premier Hun Sen, al potere dal 1984, conquisterà circa il 71% dei comuni. Si tratta di una netta flessione rispetto al voto del 2012, quando i governativi vinsero nel 97% dei comuni. Festeggia l’opposizione del Partito della Riscossa Nazionale (CNRP), che avrebbe conquistato circa 482 comuni rispetto ai 40 del 2012. Quello di domenica e’ stato un test importante in vista delle politiche del 2018, quando la leadership di Hun Sen potrebbe essere messa in seria discussione. La Cambogia rimane uno dei paesi più poveri al mondo, con un governo accusato di serie violazioni dei diritti umani, pesante repressione del dissenso e brogli elettorali.
Fonte immagine: NBC News
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