Rassegna settimanale di notizie asiatiche
6 marzo — Birmania, ribelli attaccano stazione della polizia: 30 morti
Almeno 30 persone sono state uccise a Kokang, nel nordest della Birmania, al confine con la Cina, in seguito ad un attacco ad una stazione della polizia da parte della Myanmar Nationalities Democratic Alliance Army (MNDAA) – una formazione armata di ribelli che comprende il Kachin Independence Army e altri gruppi minori. Le vittime sarebbero cinque civili, cinque agenti di polizia e almeno 20 ribelli. La leader birmana Aung San Suu Ky, ha dichiarato: «Secondo le prime informazioni, molti civili innocenti tra cui un insegnante di scuola elementare … sono stati uccisi a causa degli attacchi da parte del gruppo armato MNDAA.» La Birmania rimane dilaniata al suo interno tra la tragedia della crisi umanitaria della minoranza Rohingya, a ovest, e una serie di conflitti etnici lungo i confini orientali e settentrionali del paese.
7 marzo — Corea del Nord, lanciati quattro missili: tre finiscono nel mar del Giappone
La Corea del Nord ha lanciato quattro missili, tre dei quali sarebbero finiti nelle acque territoriali giapponesi. Il lancio di missili è stato interpretato come una risposta del regime di Pyongyang alle esercitazioni congiunte tra forze militari sudcoreane e statunitensi. L’attacco missilistico ha messo in allarme le cancellerie di mezzo mondo.
7 marzo — Corea del Nord, “divieto per i malesi di lasciare Paese”: scontro diplomatico dopo omicidio del fratellastro di Kim
Sale la tensione tra Pyongyang e Kuala Lumpur, innescata dall’omicidio di Kim Jong Nam in Malesia. Dopo le espulsioni dei rispettivi ambasciatori, la Corea del Nord ha deciso di “sequestrare” tutti i malesi in territorio nordcoreano. Il premier malese Najib Razak ha condannato duramente la mossa nordcoreana di impedire ai suoi cittadini di lasciare il Paese, definendola «un atto ripugnante», ma subito dopo ha deciso di imporre misure reciproche, vietando ai cittadini della Corea del Nord di partire fino alla risoluzione del problema. Non si sa con precisione quanti malesi si trovino in Corea del Nord, mentre i nordcoreani in Malesia sarebbero circa un migliaio. Secondo l’agenzia di stampa malese Bernama, alcuni dei nordcoreani in Malesia sarebbero parte di un vasto network di spionaggio che conterebbe all’incirca 100mila cittadini nordcoreani residenti all’estero utilizzati dal regime come fonti di intelligence. Le tensioni tra Corea del Nord e Malesia si sono infiammate da quando il 13 febbraio Kim Jong Nam, fratellastro del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, è stato assassinato all’aeroporto di Kuala Lumpur. Pyongyang nega ogni responsabilità per l’omicidio e chiede la restituzione della salma, ma le autorità malesi rivendicano il diritto di portare avanti le indagini senza escludere alcuna ipotesi.
8 marzo — India, elezioni in Uttar Pradesh stravinte dal BJP del premier Modi
Il partito di Bharatiya Janata (BJP) di Narendra Modi ha ottenuto una schiacciante vittoria nello stato più popoloso dell’India, l’Uttar Pradesh, dove ha conquistato la maggioranza più larga dal 1980. Si tratta di una vittoria importantissima per il premier Modi, giunto a metà del suo mandato, che ha guidato personalmente la campagna contro i rivali regionali dei partiti Samajwadi e Bahujan Samaj. Adesso il BJP controlla 312 dei 403 seggi dell’Assemblea Legislativa dell’Uttar Pradesh.
9 marzo — Siria, gli Usa mettono gli scarponi sul terreno: marines verso Raqqa, “capitale” dello Stato Islamico
Gli Usa hanno deciso di sporcarsi le mani e mettere in campo le loro truppe. Secondo la CNN un migliaio di marines stanno convergendo su Raqqa, la capitale del sedicente Stato Islamico. Finora la massima presenza di soldati a stelle e strisce in Siria era stata di 500 effettivi, perlopiù impegnati nelle retrovie in missioni di addestramento di truppe locali. Se buona parte della Siria, da Aleppo a Palmira, è stata liberata grazie all’intervento russo, l’obiettivo delle truppe di Donald Trump è di portare a segno la storica liberazione della città simbolo del Califfato nero.
10 marzo — Corea del Sud, rimossa la presidente Park. Scontri nelle piazze: 3 vittime
La Corte Costituzionale della Corea del Sud ha destituito la Presidente Park Geun-Hye con le accuse di corruzione e nepotismo nell’ambito di un’enorme scandalo che coinvolge anche le principali aziende sudcoreane, incluse la Samsung e la Hyundai, che avrebbero finanziato la fondazione private della controversa “sciamana” Choi Soon-sil, una consigliera vicinissima alla Park. La sua rimozione della Park arriva dopo mesi di proteste di piazza oceaniche.
Park, figlia del dittatore militare Park Chung-hee, è stata la prima presidente donna della Corea del Sud ed anche il primo Presidente ad essere rimosso da un tribunale. In seguito alla sentenza tre persone, tutte sostenitrici della Park, sono morte in proteste di piazza.
Entro 60 giorni i coreani torneranno alle urne per eleggere un nuovo presidente. Il favorito è il parlamentare Moon Jae-in del Partito Minju, che attualmente controlla 123 dei 300 seggi del parlamento di Seul.
10 marzo —L’intervista in diretta alla BBC del Professor Robert Kelly, esperto di politica coreana, interrotta da due simpatici bambini
10 marzo — India, congedo parentale esteso da 12 a 26 settimane
Il parlamento indiano ha approvato una legge che aumenta pagato il congedo di maternità retribuito al 100% da 12 a 26 settimane. La nuova legge si applicherà a tutte le aziende e organizzazioni che impiegano più di 10 persone. Il Ministro del Lavoro Bandaru Dattatreya detto che la legge è “un umile dono” per le donne. In realtà, scrive la BBC, adesso sono solo due i paesi al mondo ad offrire un congedo parentale più lungo di quello indiano, il Canada e la Norvegia, dove si ha diritto rispettivamente a 50 e 44 settimane.
11 marzo — Siria, duplice esplosione a Damasco in un’area sciita: oltre 40 morti
Due esplosioni hanno ucciso almeno 40 persone nella città vecchia di Damasco, secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani citato dal Guardian.
Gli attentati sono avvenuto nella zona di Bab al-Saghir, che ospita diversi mausolei sciiti che attirano pellegrini da tutto il mondo ed in particolare dall’Iraq. Gli estremisti sunniti di al-Qaeda e del sedicente Stato islamico hanno spesso scelto come bersaglio i santuari sciiti in Siria e Iraq.
12 marzo — Filippine, governo e comunisti riprendono i colloqui di pace
Il governo filippino ha accettato di ripristinare un cessate il fuoco con i ribelli comunisti. Il prossimo round di colloqui formali si terrà nel mese di aprile e poi ancora nel mese di giugno, le due parti hanno fatto sapere alla stampa. I colloqui di pace erano stati sospesi a febbraio in seguito ad una violazione del cessate il fuoco da parte dei guerriglieri alla quale era seguita la minaccia del presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, di voler intensificare gli attacchi.
Ad ogni modo era stato proprio Duterte, immediatamente dopo la sua elezione a presidente nel giugno scorso, ad aver riavviato i colloqui di pace con il movimento ribelle comunista che combatte contro Manila dal 1969. L’insurrezione comunista nelle Filippine è costata circa 30.000 vite nell’arco di circa mezzo secolo. Secondo i militari, il numero dei guerriglieri sarebbe diminuito dai 26.000 degli anni Ottanta ai meno di 4.000 di oggi.
Fonte immagine: CNN