Arrestato il killer di Istanbul: «Volevo colpire piazza Taksim ma c’erano troppi controlli». Ora Isis e Turchia sono in guerra
(Asiablog.it) – Il killer del nightclub ‘Reina’ a Istanbul, l’uzbeko Abdulkadir Masharipov, è stato arrestato il 16 gennaio con il figlio di 4 anni nel quartiere di Esenyurt a Istanbul. Il terrorista entrò sparando al Reina la notte di Capodanno, uccidendo a colpi di mitra 39 persone e ferendone altre 69.
Dalle foto circolate in rete sembra che l’uomo abbia subito delle violenze, probabilmente in seguito alla cattura. Il quotidiano turco Hurriyet scrive che Masharipov avrebbe opposto resistenza all’arresto, cercando di nascondersi come meglio poteva.
Durante i primi interrogatori Masharipov ha confessato di essere un miliziano dell’Isis e di aver compiuto l’attentato al Reina. Il suo obiettivo principale era però piazza Taksim, poi scartata per via delle rigide misure di sicurezza presenti:
«Dopo aver constatato che era impossibile compiere un attentato in piazza Taksim mi sono messo in collegamento con Raqqa. Ho fatto una ricognizione e ho deciso di attaccare il Reina. Raqqa ha approvato l’attacco. Sono tornato a Zeytinburnu (quartiere periferico in cui viveva il terrorista ndr), ho preso le armi e sono andato verso la discoteca»
Il governo turco, tramite il ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu, si è congratulato per l’arresto del terrorista:
«A nome della nazione, ringrazio soprattutto il nostro Ministro dell’Interno, Suleyma Soylu, la polizia e le forze di intelligence per avere catturato l’assalitore del Reina»
Quello del Reina è il secondo attentato rivendicato dall’Isis tra quelli compiuti in Turchia. Il primo fu quello di Diyarbakir nel novembre scorso. Questo dimostra che negli ultimi mesi i rapporti tra Turchia e Isis sono passati da una reciproca tolleranza a un’aperta ostilità, tanto che nella rivendicazione diffusa dopo la strage di Capodanno si legge che l’attentato è stato ordinato da Abu Bakr al Baghdadi, il “Califfo” del sedicente Stato Islamico.
Gli analisti confermano che l’attentato sarebbe stato preparato e organizzato con il diretto coinvolgimento dei vertici dell’Isis. Non era mai successo prima.