Ciao Marco, per iniziare raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Ciao Alessio, prima di tutto grazie per questa intervista! Vivo a Roma e non sono più un ragazzo, avendo superato la cinquantina. Sono felicemente sposato e papà di due meravigliosi bambini. Mi mantengo da vivere praticando il mestiere di informatico, ma la mia grande passione sono i viaggi. Come scrive il grande Ryszard Kapuscinski, ormai da anni sono affetto dal “virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile”.
Perché hai deciso di scrivere il libro Oltre il velo dell’Iran?
Durante i miei viaggi tengo sempre un diario e dopo ogni ritorno a casa mi dedico a mettere ordine nella matassa dei ricordi. Nel caso dell’Iran sono rimasto veramente affascinato da questo paese, dalla sua civiltà millenaria e dall’ospitalità della gente. Ho deciso quindi di trasformare il racconto in un libro, arricchendolo con suggestioni personali, storiche e letterarie; poi, quasi per gioco, ho proposto il libro all’editore Goware, che lo ha apprezzato e pubblicato nella sua collana Guide d’autore.
Dovendo riassumere in poche righe il messaggio del libro Oltre il velo dell’Iran, cosa diresti?
Il libro si sviluppa come un diario di viaggio, cercando di raccontare l’Iran “oltre il velo” calato sul paese dopo la rivoluzione islamica. È il racconto di due viaggi: uno attraverso l’altopiano centrale, culla della civiltà persiana, e l’altro attraverso regioni poco note a noi occidentali, ma ricche di capolavori, paesaggi affascinanti e paesini abbarbicati sulle montagne.
Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo Oltre il velo dell’Iran?
Sembra banale ma per prima cosa vorrei ricordare al lettore che l’Iran è l’erede dell’antica Persia, una civiltà che ha dato un profondo contributo alla storia dell’umanità. Con il racconto dei miei viaggi spero di riuscire a trasmettere l’emozione che ho provato davanti a capolavori universali, ma anche nei semplici incontri con la gente. Vorrei in sostanza fare innamorare chi legge di questo paese, come è successo a me; magari fargli venire voglia di visitarlo, anche solo con la fantasia. Devo dire che una grande e inattesa soddisfazione mi è venuta da quei lettori che mi hanno scritto proprio per ringraziarmi di questo.
Bene, adesso facciamo un passo indietro. Ci racconteresti quando e perché ti è venuta la voglia o è sopraggiunta la necessità di partire per l’Iran?
Nel mio spirito di conoscenza sono attratto dalle grandi civiltà, da quei paesi di cui leggevo da ragazzo sognando di visitarli da grande. L’Iran è il cuore dell’immenso impero percorso da Alessandro Magno nel suo viaggio di conquista, lo storico nemico di greci e romani, la terra dei favolosi shah. Venendo a tempi più recenti, la rivoluzione islamica di Khomeini è stato un evento epocale dopo il quale sull’Iran è calato una specie di velo. La curiosità di riscoprire questo paese e questa civiltà “misteriosa” era quindi veramente tanta.
Ce la faresti a riassumere l’Iran di oggi in 3 sostantivi?
Ci provo!
Ospitalità. Forse in nessun altro posto al mondo come in Iran lo straniero viene accolto con tanto calore, fermato per strada come ospite insolito e gradito. Durante i miei viaggi solitari, appena mi sedevo in una piazza subito qualcuno, desideroso di fare conversazione in inglese, veniva a farmi compagnia; molto spesso erano proprio le ragazze che cercavano di stabilire il contatto. Nelle chiacchierate emergevano personalità interessanti, curiose di conoscere il mondo e morbosamente interessate al giudizio dell’Occidente sulla propria nazione. Niente sembrava farli più felici di qualche apprezzamento alla loro nazione.
Universalità. La civiltà iraniana ha prodotto capolavori universali. A Isfahan mi sono sentito parte di una civiltà che definirei umana, al di sopra di popoli e nazioni, nella quale il gusto del bello trova terreno nei sensi di ogni uomo, a prescindere dalla sua estrazione e cultura. Mi sento quindi di condividere quanto scrisse il grande viaggiatore inglese Robert Byron.
Alcuni monumenti illustrano in modo autonomo i vertici dell’arte e collocano Isfahan nel numero più ristretto di quei luoghi, come Atene e Roma, che costituiscono una fonte continua di delizia per tutta l’umanità… La bellezza della città ti prende la mente in modo furtivo… e prima che te ne accorga Isfahan è divenuta indelebile e ha insinuato la sua immagine in quella galleria personale di luoghi che ciascuno conserva gelosamente.
Religiosità. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, durante il mio soggiorno l’elemento religioso mi è apparso presente ma spesso in secondo piano, meno pressante che in altre nazioni di fede islamica. Le moschee sono luoghi nei quali pregare, ma anche cercare un riparo nelle ore calde e passare una serata in compagnia. La ritualità, con le abluzioni, e l’architettura, con gli ampi spazi ombreggiati, sono elementi funzionali alla necessità di offrire ristoro nel clima infuocato del paese: la moschea diventa copiosa dispensatrice di preziosi beni terreni, quali acqua e ombra, oltre che spirituali.
Qual è il tuo rapporto con il cibo persiano?
Nei miei viaggi amo sempre assaggiare i piatti del posto. La cucina iraniana è molto ricca, ma non c’è un grande culto del mangiare fuori casa e a volte nei ristoranti la scelta è limitata. In caso di “emergenza” un kebab comunque si trova sempre! I piatti tipici in genere sono a base di carne speziata, come il beryani, e sono accompagnati dal tipico pane sottilissimo. Un altro piatto tradizionale è il dizi, un brodo al sugo con carne, legumi e verdure servito in un pentolino di terracotta, che poi si versa in una scodella schiacciando tutto con un pestello. Quelli che in Iran sono veramente eccezionali sono i dolci: a Shiraz ho gustato i faludeh, squisiti vermicelli innaffiati con sciroppo all’acqua di rose, un dolce dalle origini antichissime; a Isfahan ho assaporato il fereni, una crema di riso al miele.
È sicuro viaggiare in Iran?
Non bisogna assolutamente lasciarsi condizionare dai pregiudizi che circolano da noi in Occidente. Quando ho annunciato la mia intenzione di visitare l’Iran, alcuni mi hanno preso per un pazzo sconsiderato; forse confondevano l’Iran con l’Iraq! In questo momento storico invece l’Iran è un paese molto sicuro per i visitatori, molto semplice da girare grazie alle ottime infrastrutture e alla generosa ospitalità degli iraniani.
Che consiglio daresti a chi vuole avvicinarsi all’Iran, e che informazioni che potrebbero essere utili a chi tra i nostri amici italiani sta organizzando un viaggio in Iran?
L’Iran è una nazione vasta, un crogiuolo di popoli e culture, che non si riduce al suo altopiano centrale, ma copre molti altri territori, regioni a volte poche note a noi occidentali ma ugualmente ricche di storia e cultura. Per iniziare la sua conoscenza, comunque può essere sufficiente anche solo un viaggio di una decina di giorni nell’altopiano centrale dove si trovano i siti più famosi, primi tra tutti Isfahan, capitale dei Safavidi, la più importante dinastia di shah, e Persepoli, centro cerimoniale dell’antico impero achemenide. Chi vuole viaggiare in modo indipendente, come ho fatto io, può sfruttare l’ottima rete di bus per gli spostamenti da una città all’altra, e i taxi per le escursioni in giornata. Il paese si sta aprendo sempre di più al turismo e di recente è stata anche introdotta la possibilità di ottenere il visto all’arrivo in aeroporto.
Salutandoti e augurandoti buona fortuna ti faccio un’ultima domanda: la cosa più bella che hai trovato in Iran secondo i tuoi gusti personali.
In genere non amo mai fare classifiche; ogni paese, ogni luogo ha i suoi motivi di interesse e le sue peculiarità che lo rendono unico. In un viaggio però ci sono sempre delle immagini che si scolpiscono con più forza nella mente e a volte sono quelle che giungono inattese. In Iran l’improvvisa comparsa all’orizzonte del Trono di Salomone mi ha sorpreso come se un castello medievale fosse stato trasportato in una prateria mongola; poi una volta valicate le mura, il lago vulcanico e le rovine sassanidi mi hanno riportato all’antichissima religione di Zoroastro. Un luogo veramente magico che mi ha toccato il cuore!
Un’ultima cosa! Dove è possibile trovare il tuo libro Oltre il velo dell’Iran?
Lo potete trovare online su Amazon sia in versione cartacea che ebook, oppure su tutti gli altri store online segnalati da Goware. È anche possibile ordinare il libro in libreria seguendo le istruzioni riportate sul sito di Goware. Segno poi a chi fosse interessato, che ho creato una pagina Facebook dedicata al libro con molte foto dell’Iran.
Grazie ancora Alessio per questa intervista!