Stati Uniti e Russia trovano accordo per un cessate il fuoco in Siria. L’obiettivo è creare le condizioni per la ripresa dei negoziati di pace
(Asiablog.it) — E’ entrato in vigore dal tramonto di lunedì 12 il “cessate il fuoco” in Siria deciso da Stati Uniti e Russia. Dovrebbe interrompere i combattimenti per almeno 48 ore prorogabili fino a sette giorni per far giungere aiuti umanitari e rifornimenti via terra alla popolazione civile, sopratutto nelle città particolarmente colpite dal conflitto. Viene quindi creata un’area demilitarizzata nella zona di Aleppo, partendo dalla principale via Kastilo.
Ovviamente questo accordo non si è potuto estendere alle milizie ribelli, ovvero lo Stato Islamico e il Fronte per la conquista del Levante, Jabhat Fateh al-Sham, ex Al-Nusra che decise di tagliare i rapporti con al-Qaeda per “proteggere la rivoluzione siriana”, contro i quali l’esercito di Bashar Al-Assad continuerà ad attaccare. Nel dettaglio, la Russia dovrebbe supportare l’aviazione siriana contro i raid nelle zone di Aleppo occupate dall’opposizione, mentre gli Stati Uniti focalizzeranno la loro azione contro Jabhat Fateh al-Sham.
Scopo di questa tregua è anche quello di creare una commissione composta da USA e Russia per identificare ed analizzare le posizioni delle milizie anti-Assad, la quale sarà seguita da un’azione congiunta delle due potenze proprio contro i ribelli, come accordato dal segretario di stato americano John Kerry con il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov.
Questo all’alba di cinque anni di guerra, centinaia di migliaia di morti e feriti, un Paese martoriato da Nord a Sud, da Ovest ad Est, nel cuore e sui confini. Perché c’è anche la guerra sulle alture del Golan tra Israele ed Hezbollah, come se non bastasse. Ma questa passa in silenzio. Troppo faticoso l’accordo tra due Stati rivali come Stati Uniti e Russia di fronte ad una guerra civile senza tregua, forzato da una situazione ormai insostenibile dove alla fine si ritrovano ad appoggiare entrambi la stessa persona, al-Assad, del quale sarà curioso scoprirne il futuro al termine di questo conflitto.
Un accordo tra le parti che si è fatto attendere per troppo tempo, passando in secondo piano dietro questioni “diplomatiche e strategiche” che però hanno solo portato, almeno apparentemente, allo sviluppo di un movimento fondamentalista, l’ISIS, che nonostante la perdita di posizioni sul territorio siriano è costantemente una minaccia internazionale.
Sarà curioso conoscere gli sviluppi reali di questo accordo, di questa “alleanza”, così come il futuro del tanto conteso al-Assad. Più importante però sarà l’assetto della Siria che verrà stabilito nei prossimi — sperando non troppo lontani — colloqui di pace a Ginevra, nella speranza che chi “metterà il naso” nella regione mediorientale sappia leggere ed interpretare le reali problematiche ed esigenze, per evitare nuove frammentazioni dannose e difficili da ricucire. Ma intanto scorrono le 48 ore, vedremo quel che sarà dopo questa tregua.
Fonte immagine: BBC
- Carter: Obama riconosca la Palestina prima della fine del suo mandato - 09/12/2016
- Siria, è l’ora del cessate il fuoco - 14/09/2016
- Strage a Kabul, il dramma della minoranza hazara - 26/07/2016