Ciao Manuela, grazie per aver accettato questa intervista. Per iniziare raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Ciao Alessio! Innanzitutto ti ringrazio per ospitarmi :) Per me è un grande onore poter parlare con te del mio libro.
Proverò a dire qualcosa di me, anche se non sono particolarmente brava. Vivo a Bari ma non è così facile trovarmi a casa dal momento che amo viaggiare (soprattutto verso est). Questa passione mi porta a trascorrere molti giorni fuori, ancor più da quando scrittura e viaggi hanno trovato un punto in comune nella mia vita trasformandosi in un lavoro. Sono una scrittrice freelance e collaboro con numerose testate, sia online che cartacee.
Perché hai deciso di scrivere La mia Thailandia?
Come dicevo prima amo viaggiare, soprattutto se i viaggi mi portano verso est. La Thailandia è stata il mio primo vero battesimo con l’Oriente e con una cultura così diversa. Possiamo dire che mi ha dato l’imprinting. Sarà per questo che i thailandesi e la loro terra mi sono entrati così nel cuore. Il merito, però, è anche di Andrea (Andrea in Thailandia, che molti conosceranno già), che mi ha fatto scoprire la Thailandia più autentica sin dai primi momenti in cui ho messo piede a Bangkok. Da allora questa città è entrata di diritto nella mia vita e nel mio cuore, tant’è che adesso ci sto così bene da considerarla una seconda casa.
Dovendo riassumere in poche righe il senso o l’obiettivo del libro, cosa diresti?
La mia Thailandia non è una guida, tengo sempre a precisarlo. Si tratta di un racconto intriso di emozioni che ripercorre le tappe e i momenti salienti dei miei viaggi in Thailandia. Il lettore interessato a leggere il mio libro è colui che già ama questo Paese e ha voglia di tornarci immergendosi nelle mie parole, è colui che ha in previsione un viaggio in Thailandia e vuole lasciarsi ispirare, è colui che è semplicemente curioso, colui che ha voglia di conoscere un posto nuovo pur rimanendo comodamente seduto in poltrona. L’obiettivo del mio libro è questo: trasportare il lettore pagina dopo pagina, portarlo in viaggio con me. E quando i lettori mi scrivono per dirmi che questo accade, ecco, vi assicuro che la gratificazione è immensa.
Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo La mia Thailandia?
Mi piacerebbe che il lettore scoprisse una Thailandia diversa dall’immaginario collettivo. Purtroppo a causa dei retaggi culturali molte persone hanno un’idea del tutto sbagliata dell’Asia in generale e forse della Thailandia in particolare. C’è ancora gente convinta che la Thailandia sia una meta tagliata prevalentemente per gli uomini in cerca di ragazzine. C’è gente che mi chiede se Bangkok sia una città pericolosa, gente convinta che sia una città arretrata, lontana anni luce dall’Occidente. Mi piacerebbe che il lettore si accorgesse che il mondo thailandese non è poi così diverso dal nostro. Mi piacerebbe che il mio libro aiutasse la gente a scavare in profondità, a non fermarsi in superficie.
Per alcuni viaggiatori occidentali Bangkok è un po’ la sintesi degli eccessi della Thailandia, tanto che recentemente l’opinionista Selvaggia Lucarelli l’ha definita “un inferno” in un articolo più o meno ironico dal titolo Caldo, traffico, massaggi: vedi Bangkok e poi muori. Si tratta davvero di un luogo così estremo oppure questa metropoli sa essere anche sorprendentemente accogliente e ospitale?
Mi sono imbattuta nell’articolo della Lucarelli pochi giorni fa, dopo che una mia amica mi ha chiesto se condividessi la sua opinione. Inutile dire che non condivido quasi nulla (a parte il fatto che il mercato galleggiante — quello di Damnoen Saduak, in cui presumo lei si sia recata — è davvero una roba turistica) e, partendo dal presupposto che i gusti di ognuno di noi sono personalissimi e dunque opinabili, non ho apprezzato il tono saccente e presuntuoso con cui Selvaggia Lucarelli ha definito Bangkok la peggiore scoperta della sua estate, inserendo nel calderone delle proposte viaggio più allettanti persino Scampia. Certo, Bangkok non può piacere a tutti, soprattutto se non la si visita con qualcuno del posto, soprattutto se non si è disposti ad abbandonare per qualche giorno i panni del turista occidentale per immergersi in una metropoli folle, caotica e ricca di ossimori. Io amo Bangkok proprio per questo motivo: è un ossimoro. Nasconde timide oasi di pace (piccoli templi sconosciuti, zone frequentate solo dalla gente del posto – mi viene in mente il silenzioso quartiere mussulmano scoperto qualche settimana fa) che si alternano ai grattacieli, ai caotici banchetti di Chinatown e al folle traffico. Mi viene in mente l’atmosfera placida e accogliente respirata durante la cooking class di Amita. E pensare che sono arrivata nella sua casetta lungo il Chao Phraya a bordo di una long tail boat! Bangkok è una città che sa offrire tanto, basta avere gli occhi giusti per farlo. E non bastano cinque giorni per conoscerla e poi avere la brillante idea di scriverne un trattato per spaventare chi ha intenzione di andarci. Oltretutto Bangkok non fa rima con Thailandia: Bangkok non è la sintesi dell’intero Paese. Se la confusione di Bangkok non piace, ci si può sempre rifugiare nella tranquillità di Chiang Mai, al nord.
Da lettrice, quali libri preferisci? Che libri ti hanno accompagnato nei tuoi viaggi?
Amo molto la letteratura di viaggio. Tra i miei preferiti ci sono senza dubbio “Un altro giro di giostra” e “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani. Due libri profondi (e anche molto lunghi), non sempre facili da leggere ma che insegnano tanto. Mi hanno aiutato a scoprire l’Asia ancor prima di conoscerla con i miei occhi, mi hanno aiutato ad afferrarne le contraddizioni e comprenderne i cambiamenti. Mi piace il modo in cui Terzani mescola viaggio, vita ed emozioni nelle sue opere. Leggo anche molti romanzi (tra i miei autori preferiti ci sono Margaret Mazzantini e Banana Yoshimoto).
Libro cartaceo o ebook?
Entrambi. Il mio libro, edito da goWare, nasce in formato ebook, ma è anche disponibile in versione cartacea (print on demand) arricchito con le foto scattate nei miei viaggi in Thailandia.
A proposito, dove possiamo trovare La mia Thailandia?
Solo ed esclusivamente online. Lo potete acquistare da Amazon e tutti gli altri store segnalati da goWare.
Un’ultima domanda, il tuo prossimo viaggio?
A Settembre ho in programma una settimana in Francia passando da Nizza, Marsiglia e Montpellier. Poi farò tappa a Stoccolma per qualche giorno. Entro la fine dell’anno conto di tornare in Thailandia.
Bene, allora buon viaggio e grazie ancora per questa chiacchierata!
Grazie a te, Alessio. Ciao!