La foto di questo bambino è diventata il simbolo delle atrocità della guerra in Siria, ma soprattutto è un pugno in faccia a chi non ha saputo fermare il conflitto
(Asiablog.it) — Si chiama Omran Daqneesh, ha 5 anni, ed è stato estratto dalle macerie di un edificio ad Aleppo colpito da un bombardamento. È vivo. È sopravvissuto. Un medico ha detto che Omran ha riportato una ferita alla testa, che è stata curata, ed è stato rimandato a casa.
In quella foto (che tecnicamente è un fermo-immagine da un video), il piccolo Omran è seduto nell’ambulanza che lo avrebbe portato all’ospedale. E’ grigio di polvere. Il volto è per metà coperto di sangue. Fissa gli infermieri e i giornalisti. Si strofina la testa. Si guarda la mano. Non piange. Attende.
Questa scena insopportabile, ripresa dai media di tutto il mondo, è stata filmata da Moustapha Sarout, che ha pubblicato il video (in basso) su YouTube il 17 agosto. Il bombardamento ha avuto luogo mercoledì sera a Qaterji, una zona di Aleppo Est controllata dai ribelli. Ci sono stati almeno 3 morti.
La foto di Omran è un pugno in faccia al mondo intero
La foto di Omran, come quella Aylan Kurdi meno di un anno fa, è anche un pugno in faccia alla comunità internazionale. Omran dà un volto ai numeri che sentiamo ogni giorno sulla carneficina in Siria. Gli occhi di questo bambino di 5 anni ci ricordano il tragico fallimento della comunità internazionale che non ha saputo fermare una guerra senza senso.
Certo, è triste che il mondo si debba interessare alla tragedia in Siria a intermittenza, solo quando l’immagine di un bambino estratto dalle macerie di Aleppo o morto in una spiaggia greca diventa virale. Come è triste che tanti preferiscano demonizzare i profughi di guerra siriani piuttosto che considerarli esseri umani vittime del peggior conflitto di questo secolo. Ad ogni modo serve sottolineare che è già di per sé positivo il fatto che ogni tanto una storia, un video o un’immagine della tragedia siriana riesca a bucare il muro dell’indifferenza internazionale e guadagnarsi le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Non è scontato, o almeno non lo è per tragedie simili che stanno martoriando altre terre e altri popoli, come i somali, gli yemeniti o i rohingya.
La Battaglia di Aleppo
La battaglia di Aleppo è fondamentale per il regime così come per i ribelli. Entrambi gli schieramenti hanno interesse a controllare la seconda città del Paese, divisa dal 2012 tra i quartieri ribelli, a est, e i quartieri pro-regime, a ovest.
Da luglio le forze governative hanno accerchiato la zona controllata dai ribelli e ora controllano il passaggio dei rifornimenti di beni alimentari. Questo sviluppo del conflitto ha suscitato forte preoccupazione per la sorte dei circa 240.000 civili intrappolati ad Aleppo Est.
La guerra civile siriana, scoppiata nel 2011 in seguito alla repressione delle proteste anti-governative, ha causato circa 300.000 morti, 8 milioni di sfollati interni e 4,5 milioni di profughi di guerra.
direi a chi alimenta il conflitto…occidente, vetgognati
Mi dispiace per lui…
Come sta adesso?! Ha genitori?! Ha casa?!
Avete notizia , come sta piccolo Omran?!
Grazie mille per la questa post…
Omran sta bene, ma uno dei suoi fratellini e’ morto. Si chiamava Ali e aveva 10 anni.
I genitori di Omran e gli altri suoi 2 fratellini stanno bene.
Ciao e complimenti per il tuo italiano.
Ancora prima di vedere la foto, leggendo il titolo del post, ho capito chi era il bambino… Tengo ancora quella foto presa da un giornale… Per non dimenticare!
Complimenti per il blog. Sei un’ispirazione.