Qualche tempo fa riceviamo una telefonata. Uno di famiglia si è rifugiato a casa dei genitori.
Un buon uomo, nato e vissuto in una famiglia che non ha mai posseduto nulla se non la propria forza lavoro. Vedovo, sessantenne, pochi anni addietro si era risposato con una vedova sua coetanea.
Lui, senza casa né lavoro fisso, si era trasferito a casa di lei che, oltre alla casa ed un vecchio pick up possedeva anche un appezzamento di terra e le macchine agricole di base per la coltivazione del riso.
Conscio di aver fatto un “buon matrimonio”, lavorava molto e accettava di buon grado la sudditanza economica imposta dalla moglie.
“Avrei voluto comprare una macchina fotografica più grande”, mi disse un giorno che eravamo ad una festa ed io stavo armeggiando col suo ultimo acquisto, la sua prima macchina fotografica, una compatta che, secondo lui, dopo i primi scatti aveva smesso di funzionare.
“Ma la moglie mi ha dato i soldi sufficienti solo per comprare questa”.
“Chiedi alla moglie i soldi per comprare una memory card”, gli dissi ridendo, mostrandogli il vano (vuoto) per la scheda di memoria. Dopo i primi scatti memorizzati nella piccola memoria interna, le foto successive non venivano memorizzate, la piccola fotocamera funzionava perfettamente.
Quando siamo arrivati alla casa dei suoi, lui era raggomitolato su una panca di legno, con gli occhi spenti. D’attorno, ad una certa distanza, tutti i famigliari, silenziosi con le facce serie, solo sua madre che ripeteva: “Aiutatelo, aiutatelo”.
“Cosa hai fatto?”.
Sua moglie ha una figlia undicenne … la polizia lo stava cercando per arrestarlo.
Poi è arrivata la polizia.
Chi finisce in prigione?
di Harit Mahaton, 14 luglio 2016, Prachatai
Dopo aver lasciato la prigione, ho notato che la società intende aumentare la pena per lo stupro. Quindi voglio raccontare la storia di Orso e altri come lui che sono in carcere.
Dopo che gli accusati [solo] dell’articolo 116 sono stati rilasciati, ho iniziato un secondo periodo di detenzione perché sono stato accusato in base all’articolo 112 e sono stato subito trasferito in Zona 6.
La mia vita e i suoi dintorni sono cambiati immediatamente. Sapere che ero prigioniero per l’articolo 112, che è un’accusa grave, mi deprimeva.
Eppure, ho cercato di mantenere il morale alto e incoraggiare coloro che sono venuti a farmi visita in modo che la gente fuori non si preoccupasse. Ma quello che ho provato quando ero dentro era un’altra cosa.
Orso è stato un amico per me in questo periodo. Lui è un commerciante all’interno del carcere e lavora guadagnando come intermediario nello scambio di oggetti.
Certo, non ti è permesso di fare affari all’interno del carcere. Ma il capitalismo continua ad operare dietro le sbarre. Prigionieri assumono altri prigionieri per fare vari tipi di lavoro per loro, come ad esempio farsi cucire borse di stoffa per metterci dentro i loro beni, farsi trasformare bottiglie di plastica in secchielli da ghiaccio per quando fa caldo, fargli fare la fila al loro posto per comprare cose, e così via. Latte e le sigarette sono le monete comuni di scambio. Solo se vi scoprono a fare affari in prigione verrete puniti secondo il codice di condotta [della prigione]. Ma Orso fa ancora affari.
La vita in carcere è noiosa. La filosofia di Orso è che egli è disposto a lavorare per niente. Rischiare la punizione è meglio che non avere nulla da fare.
Una volta gli ho chiesto quello che aveva fatto per meritarsi dieci anni di prigione.
“Un caso con una donna”, ha detto Orso.
“Cosa intendi?”
“Vedi, il mio lavoro era quello di decorare le automobili. Una giovane è venuta nel negozio per guardare una macchina su cui stavo lavorando. L’ho invitata ad andare a fare un giro. Siamo diventati intimi e poi ci siamo messi insieme. “
“E poi?”
“Allora, sua madre era contraria. Così mi ha segnalato alla polizia”.
“Che cosa?”
“Ho scoperto in seguito che aveva 14 anni … bambini di questi tempi, chi può dirti la loro età? Avevo chiesto la sua età ad altre persone prima di flirtare con lei. Ma avevo tutto contro di me, il rapimento di una minore, stupro … ogni atto è stato conteggiato. Sono stato condannato a 20 anni. Ho confessato e così la pena è stata ridotta a 10 anni. Nei primi tempi della mia prigionia lei è venuta a farmi visita. Vai chiedere a coloro che erano in sala visita con me. “
“Come vanno le cose ora?”
“Non lo so. Lei probabilmente ha un nuovo fidanzato. “
Non ho altre domande.
“Dopo questo, se hai intenzione di flirtare con qualcuno, chiedi prima di vedere la carta d’identità. Credimi, in questi giorni non possiamo fidarci di nessuno. Potrebbe anche essere un kathoey “, se la rise Orso.
Orso mi ha insegnato diverse cose sulla prigione. Mi ha insegnato chi era chi e come ci si doveva comportare. E all’inizio mi teneva lontano dal bullismo di altri.
Orso aveva notato che mi piaceva scrivere le cose. Misurò un attimo il mio taccuino, lacerò delle coperte e le cucì insieme come un libro. Aggiunse un pezzo di cartone e poi incollò e cucì il tutto [come una spina dorsale] al taccuino. Mise questa copertina rigida marrone in un sacchetto di carta e me lo diede.
Rimasi veramente sorpreso quando mi portò la sua opera. Un taccuino come questo è difficile da trovare anche fuori dalla prigione. Pensai di pagarlo con del latte per il suo lavoro. Ma …
“Non ti preoccupare. L’ho fatto per te perché volevo farlo”, Orso sorrise e mi consegnò il taccuino.
Durante il successivo periodo di detenzione, Orso è stato spostato in un’altra zona. Non ci siamo più rivisti.
Ho ancora il taccuino che mi ha dato.
Orso non è l’unico del genere in carcere. Proprio in Zona 6, ci sono almeno altri 10 Orso.
Ci sono persone che si sono presi cura di bambini scappati da casa che vivevano nella stazione ferroviaria. C’è qualcuno perseguito dall’amica di un fratello più giovane … Dall’esempio di Orso, la prima cosa che voglio dire alla gente ancora fuori dal carcere è che il rapimento di minori è molto grave. Non si può giocare con questo tipo di casi, in nessun modo.
Non importa quale sia la situazione, se lei non ha 15 anni ed è con voi durante la notte, se i suoi genitori si rivolgono alla polizia, si andrà sicuramente in prigione (o in un centro di detenzione). Anche se sono solo di due o tre anni più vecchie, non importa. Qualsiasi motivazione sosterrete suonerà non credibile [alla corte].
A coloro che frequentano gli ultimi anni della scuola secondaria ed hanno amiche che frequentano ancora i primi anni: se voi non piacete ai suoi genitori, finite in prigione. Andare in prigione non significa solo dormire in un posto diverso. Andare in prigione significa che sarete cacciati dalla scuola, i vostri tuoi amici vi abbandoneranno e quando uscirete dalla prigione non sarete in grado di tornare al punto in cui vi trovavate prima.
La pena massima per stupro e omicidio è la condanna a morte. Il secondo problema che voglio affrontare è che, se si aumenta la pena per stupro, allora quelli che non sono persone cattive, ma che hanno violato la legge dovranno affrontare anche questo aumento di punizione.
Chiedo alla società di esaminare questo problema attentamente, accuratamente e con compassione.
Fonte articolo e immagine: Prachatai
Note:
Harit Mahaton, è uno scrittore di fiction e fantasy nonché proprietario di un negozio di ramen a Khon Kaen, è stato arrestato e posto in detenzione militare il 27 aprile 2016 per aver violato l’art. 116 del codice penale (sedizione), presumibilmente per il suo contributo ad una pagina Facebook che ridicolizzava l’attuale primo ministro della Thailandia, Prayuth Chan-ocha. Mentre era in detenzione, è stato ulteriormente accusato di violazione dell’art. 112 (lesa maestà) in relazione ad una conversazione privata su Facebook. Dopo una notte in detenzione militare, è stato trasferito alla Bangkok Remand Prison, da cui è uscito l’8 luglio scorso dopo il pagamento della cauzione. Questo racconto è stato pubblicato sulla sua pagina personale di Facebook.
Ramen: tipico piatto giapponese (ma di origini cinesi) a base di tagliatelle di frumento servite in brodo di carne e/o pesce.
Kathoey: il termine si riferisce genericamente a un uomo che si veste, si comporta e parla come una donna, assumendo in tutto e per tutto un’identità femminile, in senso più vago e ampio lo si usa per riferirsi all’effeminato o comunque a qualsiasi maschio che abbia qualità femminee. In certi casi può essere inteso anche come un insulto.
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