Il primo governo della (nuovissima) Repubblica Italiana giurò il giorno 14 luglio 1946 di fronte al Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola.
Fino ad oggi, in 70 anni, l’Italia ha avuto 63 governi. La durata media di un governo è stata di un anno e un mese.
I governi con le durate maggiori sono il Berlusconi II (1.412 giorni), Berlusconi IV (1.287), Craxi I (1.093), Prodi I (887) e l’attuale governo Renzi in carica da 874 giorni.
La tendenza alla lunga durata, e quindi un minor numero di governi nell’arco di una legislatura, spetta ai governi degli ultimi decenni. Questo a seguito dell’introduzione della Legge Mattarella (o Mattarellum), un sistema elettorale ibrido che sostituiva quello proporzionale classico in seguito al referendum abrogativo del 1993.
Il Mattarellum è stato a sua volta sostituito nel 2005 dalla legge Calderoli (o Porcellum), un sistema proporzionale corretto con un premio di maggioranza per la lista o coalizione che ottiene la maggioranza dei voti… un sistema elettorale poi dichiarato incostituzionale.
Nel maggio del 2015 il Parlamento italiano ha varato la Legge 6 maggio 2015, n. 52 (nota come Italicum). Si tratta di un sistema proporzionale a doppio turno a correzione maggioritaria, con premio di maggioranza alla lista che ottiene il maggior numero di voti. Le denunce su una sua possibile incostituzionalità sono attualmente al vaglio della Consulta.
L’Italicum vale solo per la Camera, e non per il Senato, in quanto nel frattempo il Parlamento ha varato una riforma istituzionale di ampia portata, nota come Riforma Costituzionale Renzi-Boschi, che tra le varie cose prevede un Senato non più elettivo, che non vota leggi ordinarie e che non partecipa al voto di fiducia per il governo.
Questa riforma sarà sottoposta ad un referendum il 4 dicembre 2016.
In un documento preparato per l’associazione Libertà e Giustizia in vista del referendum, il professor Gustavo Zagrebelsky elenca 15 motivi per dire “NO” alla Riforma Costituzionale, il punto 3 riguarda la “governabilità”:
3. Diranno che le riforme servono alla “governabilità”.
(..) “Governabile” è chi si lascia docilmente governare e chiediamo: chi si deve lasciar governare e da chi? Noi pensiamo che occorra “governo”, non governabilità, e che governo, in democrazia, presupponga idee e progetti politici capaci di suscitare consenso, partecipazione, sostegno. In assenza, la democrazia degenera in linguaggio demagogico, rassicurazioni vuote, altra faccia della rassegnazione, e dell’abulia: materia passiva, irresponsabile e facile alla manipolazione. Questa è la governabilità. A chi dice “governabilità” noi rispondiamo: partecipazione e governo democratico.
Fonte immagine: Senato della Repubblica
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il primo governo repubblicano con la costituzione non c’entra niente perche’ e’ antecedente la costituzione. ma tanto per fare polemica va bene tutto vero?
Mia, l’atto di formazione del primo governo nazionale prosegue con varie vicessitudini attuali … se vuoi un espediente per parlare del presente e me ne scuso.
Ma mi meravigla la tua obiezione, io avrei osato eccepire che tutto quel che segue i primi paragrafi “non c’entra nulla”.
A parte qualche acciacco dell’età, sto bene, grazie.
I tristi e faziosi sofismi di un professore giunto alla popolarita’ mediatica solo perche’ ha passato 20 anni a blaterare contro Berlusconi e a denunciare un presunto ritorno della dittatura. Strepiti da centro sociale presentati con linguaggio simil-accademico.
Triste e inutile commento di uno che non ha nulla di concreto da dire