Kamphaeng Phet, tranquillamente adagiata lungo un tratto largo e poco profondo del fiume Ping, oggi è un piacevole e vivibile capoluogo di provincia thailandese. Ma, nei mille anni di storia della città, pace e tranquillità non sono mai state una sua prerogativa se non, forse, all’epoca dei primi insediamenti (1000-1200 d.C.) quando ancora si chiamava ชากังราว (Chakungrao).
Kamphaeng Phet (กำแพงเพชร), ovvero:
Mura di diamante
Un chiaro riferimento alle mura che cingevano la città e proteggevano il Regno di Sukhothai, di cui era la roccaforte nord occidentale.
Il nome venne cambiato in Kamphaeng Phet nel 1347 quando la città venne fortificata per volere del sovrano del Regno di Sukhothai e da allora solo nei primi decenni del 1800 ha abbandonato la sua funzione di baluardo contro le invasioni birmane e Lanna.
Da roccaforte del Regno di Sukhothai, che si trova circa 70 km ad est, nel 1378, conquistata dall’esercito del Regno di Ayutthaya divenne, nei secoli successivi, la roccaforte settentrionale del Regno. Spesso attaccata ed occupata dagli eserciti del Regno Lanna sino alla metà del 1500 e, alla caduta dei Lanna, periodicamente attaccata ed occupata dai birmani. Ma Kamphaeng Phet fu ogni volta riconquistata dai sovrani di Ayutthaya.
Parco storico di Kamphaeng Phet
Il Parco Storico di Kamphaeng Phet, assieme a quello di Sukhothai e a quello di Si Satchanalai, è inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
I materiali e le tecniche
Le principali informazioni sui materiali e sulle tecniche costruttive impiegati nell’architettura del Sud-Est asiatico si ricavano dagli edifici a destinazione religiosa: nulla è infatti rimasto delle opere civili costruite con materiali deperibili, che non hanno resistito al tempo, né è nota l’architettura lignea d’ispirazione religiosa che ha preceduto le opere di pietra. Al vuoto di notizie sopperiscono in alcuni casi le descrizioni delle fonti epigrafiche e le immagini dei bassorilievi. Per contro, restano i grandi complessi religiosi edificati di pietra o di mattoni a partire, tendenzialmente, dal VI-VII sec. d.C.
Thailandia – Il mattone di grandi dimensioni legato da malta (o da argilla) domina l’architettura buddhistica thailandese dei primi regni Mon-Khmer (VII-XIII sec.) e di quelli Thai (XIII-XVIII sec.). Nel periodo più antico si riscontra una sostanziale unità di tecniche e materiali, […] Con l’epoca di Sukhothai (metà del XIII – metà del XV sec.) e Ayutthaya (XIV-XVIII sec.) si sperimenta l’uso di materiali diversi in combinazione: accanto al mattone, che continua a essere il materiale d’elezione nella regione, viene usata anche la laterite intonacata, secondo una tecnica di derivazione Khmer. […] Le coperture delle sale colonnate antecedenti le torri-reliquiario e i tetti di vihan e mondop hanno invece travature lignee oggi scomparse. Oltre allo stucco, principale mezzo della decorazione architettonica, compaiono la ceramica smaltata e la terracotta. (Nicoletta Celli, I Materiali e le tecniche da L’architettura, caratteri e modelli. Sud est asiatico di Janice Stargardt, Nicoletta Celli, Roberto Ciarla – Il mondo dell’archeologia (2002) – Editore Enciclopedia Italiana – Treccani).
I resti dell’antica città si trovano a nord della moderna Kamphaeng Phet e sono divisi in più aree recintate e non, oltre a reperti isolati inglobati nel tessuto urbano della città moderna. Le aree principali sono due, le altre aree sono occupate da singoli ruderi non restaurati o di cui rimangono a mala pena le fondamenta.
La prima area con ingresso a pagamento (ha due ingressi uno a sud e uno a nord) si trova all’interno delle antiche mura della città ed è facilmente individuabile, la strada statale che porta a Suhkothai taglia in due tronconi le antiche mura e fiancheggia l’area.
2 – Wat Phra That
3 – Wat Phra Kaeo
L’ambiente architettonico del Parco Storico di Kamphaeng Phet, edificato nell’arco di circa due secoli, non ha uguali in Thailandia. Comprende edifici risalenti all’epoca del regno di Sukhothai ed edifici del peridio del regno di Ayuthaya.
La seconda area, molto più ampia della prima, si raggiunge uscendo dalle mura in direzione Sukhothai, anche quest’area ha due ingressi, uno a circa 2 km percorrendo una strada secondaria interna e l’altro a circa 4 km posto sulla strada statale.
1 – Wat Chang Rob
4 – Wat Phra Si Ariyabot
5 – Wat Singh
6 – Wat Avasa Yai
La seconda area propone molti altri ruderi, non ricostruiti graficamente, disseminati all’interno della boscaglia che copre buona parte del sito.
(tutte le foto tiziano matteucci)
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Bel posto, non sono ancora stato.