Figlio di immigrati pachistani, avvocato, laburista, musulmano praticante e favorevole ai diritti dei gay: si chiama Sadiq Khan e guiderà la città più grande d’Europa
(Asiablog.it) — Si chiama Sadiq Kahn ed è il primo sindaco musulmano di una grande città occidentale. È del Partito Laburista ed è stato eletto venerdì a Londra con il 57% dei voti.
Khan, nato a Londra nel 1970 da una famiglia di immigrati pachistani, ha sconfitto il candidato conservatore Zac Goldsmith, che si è fermato al 43% delle preferenze.
Il sindaco proletario
La differenza di estrazione sociale tra il neo-sindaco ed il suo avversario non avrebbe potuto essere maggiore. Khan, figlio di un autista di autobus e una sarta, è cresciuto in una Council House (gli alloggi popolari assegnati dallo Stato ai poveri) nel sud di Londra.
Quinto di otto figli, il futuro sindaco ha dormito in un letto a castello a casa dei genitori fino all’età di 24 anni. Si è laureato in legge all’università di North London, è diventato avvocato, poi professore universitario, ed infine parlamentare del Partito Laburista.
Una storia di povertà e riscatto che l’anglo-pachistano non nasconde ma anzi ha messo nero su bianco sui manifesti elettorali:
La mia è la classica storia londinese: mio padre conduceva un autobus, mia madre cuciva vestiti. Londra mi ha dato la possibilità di passare da una casa popolare al governo.
Decisamente diverso il curriculum di Zac Goldsmith, nato a Westminster nel 1975 da una famiglia di ricchissimi finanzieri. Ebreo non praticante, Goldsmith ha studiato nel celebre Elton College e poi a Cambridge, ha sposato una Rothschild ed è stato direttore della rivista ambientalista The Ecologist, di proprietà dello zio.
Il sindaco musulmano
Figlio di umili immigrati asiatici in una città caratterizzata da una marcata diseguaglianza sociale, il nuovo sindaco di Londra Sadiq Khan incarna lo spirito della “capitale del mondo”, la metropoli multietnica e multiculturale dove più di un londinese su tre è nato all’estero.
Khan è maomettano praticante ma è anche paladino della tolleranza, favorevole ai matrimoni gay e nemico dichiarato dell’estremismo islamico, prese di posizione per le quali ha ricevuto diverse minacce di morte.
Da ex direttore di Liberty, importante gruppo di pressione per i diritti civili, Khan è anche un forte critico della ghettizzazione nella società britannica.
Il sindaco del futuro
Per tutte queste ragioni la portata del risultato ottenuto da Khan va ben al di là di un cambiamento nella City Hall di Londra: l’elezione di un musulmano figlio di immigrati ad una carica pubblica così importante rappresenta una sfida alla crescente retorica xenofoba, anti-immigrati e anti-islamica nel Regno Unito e in tutto l’Occidente.
Il messaggio è chiaro: non esiste un Occidente cristiano in lotta contro un Oriente musulmano. Londra, la maggiore città europea, nonché capitale dell’Impero britannico dal Diciassettesimo al Ventesimo secolo, è (anche) Sadiq Khan e Zac Goldsmith.
Uno musulmano, progressista e paladino dei diritti umani. L’altro ebreo, conservatore e vicino alle istanze ecologiste. Entrambi londinesi, inglesi, britannici, europei, occidentali — ma soprattutto cittadini di uno stato democratico che si sfidano in libere elezioni per rappresentare milioni di persone di ogni estrazione sociale, etnia, credo e opinione. E per migliorare la vita di tutti.
L’Europa è questa e questi sono i suoi valori, nel caso qualcuno non se ne fosse ancora accorto.
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Fonte immagine: Getty
C’è un dato che, nel complesso di questa elezione, mi lascia perplesso:
Affluenza alle urne 45,3%.
Forse “questa è l’Europa del futuro” ma per ora la conferma viene solo da 1.300.000 persone e, stante la presenza di circa 1milione di contrari e a meno che i non votanti non vengano considerati: “non a sfavore”, a quanto pare, la strada è ancora lunga e disseminata di insidie.
Tutto questo mi ricorda tanto l’esultanza per Pisapia a Milano se non De Magistris a Napoli, l’unica svolta politica verificatasi (a livello nazionale) è stata la presa di potere di Renzi.
Ma credo che, dalla Gran Bretagna, la risposta arriverà presto, col referendum Brexit, anche se, visto il disinteresse – ormai cronico – dell’elettorato britannico, anche in quel caso sarà da verificare l’affluenza alle urne.
Probabilmente hai ragione. So poco di Pisapia, Moratti, Brexit e via dicendo. Il mio ragionamento esulava un po’ da queste questioni.
Non ho neanche fatto caso all’affluenza. Se e’ al 45% come scrivi, credo sia la piu’ alta da decenni di mayoral elections a Londra. Ma alla fine credo che in qualche modo il ragionamento che faccio – “Londra e’ (anche) Sadiq Khan e Zac Goldsmith” – abbia un senso sia col 45% che col 4% o 99% di affluenza.