Io gironzolo spesso per il mercato (ตลาด – talaat). Ci trovo oggetti (per me) misteriosi che poi risultano essere proteine animali consumate poco usualmente, verdure più o meno selvatiche, semi e bacche di alberi poco noti.
Ma non capita spesso di trovarmi davanti ad un’unica venditrice che mette in mostra contemporaneamente due oggetti (per me) misteriosi.
Questa “pallina”, che non conoscevo e che vado ad aggiungere alle altre “palline”, in Thailandia è chiamata มะไฟ (mafai), nome scientifico baccaurea ramiflora, in inglese conosciuta come burmese grape (uva birmana).
È il frutto di un albero sempreverde che si trova in tutte le regioni tropicali dell’Asia.
Questo frutto non ha una grande commercializzazione, viene raccolto e utilizzato più che altro a livello locale.
Solitamente viene mangiato come frutta, la polpa dal sapore dolce, suddivisa in spicchi ricopre un seme relativamente grande.
Viene anche fermentato, per ricavarne una bevanda simile al vino, e usato nella medicina tradizionale per curare le malattie della pelle.
E anche questa, a me sconosciuta, verdura (ผัก – pak) l’aggiungo alle altre verdure.
ผักกระเฉด (pak krachet), chiamata anche ผักรู้นอน (pak ru non), nome scientifico neptunia oleracea, comunemente conosciuta in inglese come water mimosa e in italiano come mimosa d’acqua.
È una pianta acquatica coltivata spesso ai bordi delle risaie. Le foglie ed i baccelli giovani vengono comunemente consumati lessi, fritti ma anche crudi, mentre le radici, non utilizzate in cucina, entrano nei preparati della medicina tradizionale.
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