Gli Urak Lawoi sono un gruppo etnico proto-malese che vive al largo delle foreste marine e costiere lungo le coste del Myanmar e della Thailandia, ai margini orientali del Mare delle Andamane.
In lingua thailandese sono conosciuti come Chao Lay (ชาวเล), popolo del mare o zingari del mare, per via del loro stile di vita nomadico praticato in mare. Il termine include anche le etnie Moken e Moklen, una distinzione tribale che deriva dalla lingua parlata.
In Thailandia gli Urak Lawoi sono circa 4.400, concentrati nella provincia di Phuket in un’area che comprende decine di piccole isole. Nonostante siano presenti in queste aree da tempo immemore, per decenni lo stato thailandese ha rifiutato di considerarli cittadini.
Tradizionalmente trascorrevano la maggior parte dell’anno su imbarcazioni di legno costruite senza l’uso di chiodi ma capaci di ospitare intere famiglie per mesi. Nelle stagione dei monsoni vivevano su palafitte erette sul basso fondale nel versante orientale delle isole, al riparo dalle tempeste.
Vivevano della generosità dell’oceano, raccogliendo granchi, molluschi, ricci, tararughe, ostriche e altre conchiglie commestibili, ma anche dei frutti della foresta e cacciando piccoli animali come pipistrelli o iguane.
Oggi, con i loro villaggi di palafitte di legno e lamiera circondati dai villaggi turistici, questo stile di vita diventa sempre meno sostenibile. Molti preferiscono guadagnare qualche dollaro vendendo cianfrusaglie ai turisti. Per alcune donne c’è la scorciatoia della prostituzione.
“Negli ultimi anni” — scrive Nirmal Ghosh su The Straits Times — “gli zingari di mare si trovano schiacciati tra un modo di vivere che per generazioni ha segnato il loro attaccamento a questa terra e l’invasione inarrestabile di queste terre”.
Andate, assieme a Nirmal Ghosh, a pescare con gli Urak Lawoi.
Military summons Phuket sea gypsies, activists over land dispute, Phuket Gazette
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Abbiamo trovato i primi zingari di mare attaccati alla terra
Già, ma sai l’etichetta “zingari” (gypsies), anche se oramai consolidata, credo sia poco appropriata.
Abitano aree più o meno grandi (comunque piccole rispetto al resto del mondo) ed entro queste aree si spostano, sono semi-stanziali, seguono le stagioni e vivono di quel che offre il mare e le terre circostanti.
Mi ricordano tanto i pellerossa americani, anche loro vittime del modo di vivere diversamente la proprietà della terra da parte di altri.