«… il quadro di un genio che con un solo segno cambia le arti figurative mondiali. La luce e l’ombra, il bianco e il nero, il passato e il futuro, l’umanità e la divinità.
Prima di capire che in Vocazione di San Matteo il raggio di sole che entra dalla finestra non illumina assolutamente nulla c’è voluto tempo. Il tempo di imparare che, anche al cinema, le cose non sono mai come sembrano, ma come tu vuoi che siano rappresentate».
(Vittorio Storaro intervistato da Malcom Pagani e Fabrizio Corallo, il Fatto quotidiano 17/04/2016)
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