Nei giorni scorsi è stato reso pubblico uno sterminato archivio di documenti, denominati Panama Papers, che sarebbero stati “distratti” da uno studio legale con sede nell’omonimo Paese centroamericano. Si tratta di 11 milioni di documenti, ora in mano ad un pool di 300 reporter investigativi di 67 nazioni. L’ipotesi è che la società panamense abbia facilitato l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro.
Nei documenti compaiono i nomi di centinaia di potenti ed altre persone famose di tutto il mondo: re, presidenti, primi ministri, politici, imprenditori, personaggi sportivi ed altri ancora. Tra gli italiani figurano Luca di Montezemolo ed il pilota Jarno Trulli.
I coinvolti non hanno alcuna giustificazione morale. Il Presidente islandese si è già dimesso a seguito delle proteste popolari.
Ma sono la punta del dito che indica la luna.
Le responsabilità ricadono tutte sui principali governi mondiali che tollerano (pecunia non olet) questa perdurante ed estesa pseudo-legalità finanziaria che sottrae colpevoli di reati alla Giustizia (riciclaggio di denaro) e risorse economiche allo Stato (evasione fiscale).
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