Sito di informazione cinese pubblica lettera aperta in cui «leali membri del Partito» chiedono le dimissioni del presidente Xi Jinping: fioccano gli arresti. L’impressione è quella di profonde spaccature interne al regime
(Asiablog.it) — Almeno 20 persone sarebbero state arrestate in Cina in seguito alla pubblicazione di una lettera aperta dove si invita il presidente Xi Jinping a dimettersi. Nella lettera, pubblicata all’inizio di questo mese sul sito di informazione Wujie News, il Presidente cinese viene anche accusato di autoritarismo e di una serie di insuccessi politici ed economici.
Nella maggior parte dei Paesi il contenuto della lettera sarebbe visto come una durissima ma normale polemica politica. Non in Cina, evidentemente, dove la cosa è stata ritenuta talmente inammissibile da richiedere una severissima risposta da parte delle autorità. Le persone arrestate, secondo la BBC, sarebbero una ventina. Il piu noto e’ Jia Jia, un giornalista di primo piano, che però nega ogni coinvolgimento. Arrestati anche sei redattori, dieci impiegati della sezione informatica e tre parenti stretti dell’attivista Wen Yunchao, che al momento si trova all’estero.
Ecco il contenuto integrale della lettera:
Salve, compagno Xi Jinping.
Siamo membri leali del Partito comunista. In occasione delle “Due Sessioni” nazionali, scriviamo questa lettera per chiederti di dimetterti da ogni posizione nel Partito e nella leadership nazionale. Avanziamo questa richiesta avendo a cuore la causa del Partito, la causa della nazione e del popolo e anche la causa della tua sicurezza personale e quella della tua famiglia.
Compagno Xi Jinping, dalla tua elezione a Segretario generale del 18mo Congresso nazionale del Partito, la tua determinazione nel combattere la corruzione “sconfiggendo le tigri” ha portato qualche miglioramento nella tendenza malata della corruzione interna al Pcc. L’esserti assunto la leadership di diversi Gruppi centrali di lavoro per lavorare a uno schema di riforme coordinate, così come il grande lavoro che hai fatto per cercare lo sviluppo economico, ha ricevuto un po’ di sostegno dall’opinione pubblica. Questi tuoi sforzi sono stati notati anche da noi.
Tuttavia, compagno, non abbiamo altra scelta se non quella di sottolineare che – proprio per l’accentramento di tutti i poteri nelle tue mani e per la decisione di prendere direttamente ogni decisione – stiamo oggi affrontando problemi e crisi senza precedenti in ogni settore: politico, economico, ideologico e culturale.
Nella sfera politica tu hai abbandonato molte tradizioni importanti del Partito. Fra queste, la più importante è il sistema democratico della leadership collettiva esercitata dalla Commissione permanente: invece di avere tutti i leader allo stesso livello, hai deciso di essere tu il “nucleo”. E questo ha provocato un’eccessiva concentrazione di potere.
Rinforzando il potere delle cellule del Partito all’interno dell’Assemblea nazionale del popolo, della Conferenza consultiva politica del popolo cinese e del Consiglio di Stato, tu hai indebolito l’indipendenza del potere di tutti gli organi statali compresa la figura del premier Li Keqiang. Allo stesso tempo, la presenza perenne di agenti della Commissione centrale per la disciplina e l’ispezione in ogni unità lavorativa e in tutte le aziende statali ha creato un nuovo sistema di potere: questo riduce il livello di chiarezza in tutti i gradi del governo e confonde il processo decisionale.
Nella sfera diplomatica, hai deciso di abbandonare la politica di Deng Xiaoping nota come “Nascondi la tua forza, aspetta il tuo momento”; questo non soltanto ha impedito di creare un ambiente internazionale favorevole, ma ha permesso alla Corea del Nord di completare con successo i propri test nucleari, divenendo di fatto un’enorme minaccia alla sicurezza nazionale della Cina. Ha permesso inoltre il ritorno degli Stati Uniti in Asia: Washington ha creato un fronte unito con Corea del Sud, Giappone, Filippine e altre nazioni dell’Asia sud-orientale, che si sono unite per contenere la Cina.
Nel gestire i problemi di Hong Kong, Macao e Taiwan hai preferito non seguire il saggio concetto “una nazione, due sistemi” creato da Deng Xiaoping e hai creato un nuovo dilemma: hai permesso che a Taiwan vincesse il Partito democratico progressista e che a Hong Kong aumentassero i sentimenti indipendentisti. Preoccupazione particolare viene proprio da Hong Kong: qui, l’irregolare decisione di portare gli editori nella Cina continentale ha ferito in maniera diretta la politica “una nazione, due sistemi”.
Nella sfera economica, come capo del Gruppo centrale per gli Affari economici e finanziari, hai avuto un coinvolgimento diretto nello sviluppo delle politiche micro e macro-economiche: questo ha creato instabilità nel mercato azionario e in quello immobiliare, che a sua volta ha fatto svanire il benessere di centinaia di migliaia di persone ordinarie. La riforma del mercato delle riserve e quella della capacità produttiva hanno portato un enorme numero di licenziamenti nelle aziende statali; la chiusura di imprese private da te decisa ha fatto lo stesso.
L’iniziativa “Una Via, una Cintura” ha versato una mole enorme di valuta straniera in nazioni e regioni caotiche, da cui quel denaro non tornerà mai. L’eccessiva erosione delle riserve valutarie e il ciclo di svalutazione dello yuan renminbi ha creato un calo nella fiducia di ogni persone e ha portato l’economia nazionale sull’orlo del collasso. La gente vuole un cambiamento.
Nella sfera ideologica, la tua enfasi sul ruolo dei media nell’ambito della protezione del Partito ha distrutto l’immagine dei giornali, che dovrebbero rappresentare il popolo: l’intera nazione è rimasta di stucco. Il tuo sostegno a Zhou Xiaoping e Hua Qianfeng come rappresentanti del fronte letterario ha creato amarezza in un numero enorme di artisti e letterati. La tua decisione di usare le unità culturali per cantare le tue lodi e la tua decisione di nominare la sorella di tua moglie Peng Liyuan come direttore e produttore del Gala del Festival di Primavera della CCTV ha reso lo spettacolo – un tempo molto popolare – un tuo strumento di propaganda diretta.
L’aver deciso di “perdonare” questo culto della personalità, rendendo illegale “ogni discussione impropria” sul governo centrale, e l’aver creato il metodo “Partito a una voce” sono decisioni che riportano alla mente di chi l’ha vissuta immagini della Rivoluzione culturale: il Partito, la nazione e il popolo non possono sopportare un altro decennio di calamità!
Compagno Xi Jinping, la tua decisione di porre enorme pressione sulla campagna anti-corruzione per correggere il comportamento sbagliato nel Partito ha avuto un effetto positivo, ma da allora non hai messo in campo misure o obiettivi a sostegno del momento successivo alle punizioni e agli arresti. Questo ha creato un’abbondanza di lassismo a tutti i livelli di governo: i funzionari sono troppo spaventati per lavorare, la gente urla a piena voce il suo scontento e il deterioramento della nostra economia sta facendo il resto.
Riteniamo inoltre che oramai si possa dire che lo scopo principale della campagna anti-corruzione sia quello di portare avanti una mera lotta per il potere. Siamo preoccupati, perché questo tipo di conflitto interno al Partito potrebbe rappresentare anche un rischio alla sicurezza personale tua e della tua famiglia.
Alla luce di tutto questo, compagno Xi Jinping, noi riteniamo che tu non abbia le capacità di guidare il Partito e la nazione verso il futuro e non ti riteniamo in grado di mantenere il ruolo di Segretario generale. Per il bene del Partito, la pace e la stabilità a lungo termine della nazione, per la sicurezza personale tua e della tua famiglia: dimettiti da tutte le posizioni, nel Partito e nel governo, e lascia che la Commissione centrale del Partito e il popolo decidano un nuovo e virtuoso leader che ci possa guidare con vigore verso il futuro.
I membri leali del Partito comunista cinese
Questo il commento di AsiaNews:
La lettera rappresenta un atto di sfida senza precedenti al leader supremo, che dalla sua elezione accumula poteri e onori sulla sua persona. Con ogni probabilità essa è un messaggio, che indica la presenza di fazioni ancora abbastanza potenti all’interno del Partito comunista in grado di sfidarlo in maniera diretta.