Special report di EurActive
Quando nel maggio del 2014 la Thailandia ha subito il colpo di stato militare – che ha spodestato il governo democraticamente eletto di Yingluck Shinawatra dopo mesi di proteste di piazza -, la seconda più grande economia dell’ASEAN era sul punto di firmare un accordo di libero scambio con l’UE.
Da allora due importanti settori dell’economia thailandese, l’industria ittica e frutticola, sono finiti sotto i riflettori di Bruxelles, mentre gli attivisti e gli avvocati per i diritti umani hanno accusato la giunta di reprimere ogni forma di dissenso.
Con un referendum previsto quest’anno, che sarà seguito da elezioni nazionali, promesse per il 2017, i rapporti della Thailandia con l’UE, Washington e il resto del mondo sono legati a questo controverso processo di ritorno alla democrazia.
Sul sito EurActive.com, sito online di informazione sull’Unione Europea, è in corso di pubblicazione una serie di articoli sullo stato delle relazioni tra la UE e la Thailandia.
Nei link che seguono le traduzioni di alcuni di questi articoli:
- Thailandia, la difficile strada del ritorno alla democrazia
- Thailandia, lo stato di polizia dietro il paradiso turistico
- L’economia della Thailandia. Libero scambio, industria ittica e frutticola sotto i riflettori
- Thailandia, la giunta militare risponde ai suoi critici
- Fotografia come esclamazione di vitalità - 19/08/2016
- La Thailandia, la zucca e… il peperoncino - 11/08/2016
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