Cameron: “lingua inglese come strumento d’integrazione”. L’opposizione: “ma nel 2011 tagliò i fondi”
(Asiablog.it) – Il premier britannico, David Cameron, ha annunciato di aver stanziato 20 milioni di sterline per dei corsi di lingua offerti alle immigrate che non parlano inglese, in particolare a coloro arrivate con visto matrimoniale. Queste donne, che sarebbero diverse centinaia di migliaia, saranno tenute a sostenere un esame di livello base dopo 2 anni e mezzo di studio. Chi non passa l’esame rischia di essere deportata nel suo Paese di provenienza.
Il piano di Cameron sarebbe volto a favorire l’integrazione, in particolare di quelle immigrate che, svolgendo il ruolo di mogli, mamme e casalinghe a tempo pieno, vivono per anni in Gran Bretagna senza riuscire ad imparare l’inglese. Questo fenomeno favorirebbe la ghettizzazione di alcune comunità di immigrati. Le comunità più isolare sarebbero più vulnerabili alle sirene del fondamentalismo in quanto, secondo Cameron, quei genitori che non parlano inglese sono meno capaci di prevenire la radicalizzazione dei propri figli.
Alcuni osservatori hanno fatto notare che non esiste correlazione tra conoscenza della lingua e terrorismo, e che anzi i cittadini britannici unitisi ai terroristi dell’ISIS, come ad esempio “Jihadi John“, parlano inglese perfettamente e possiedono un alto livello d’istruzione. Altri non sono immigrati né figli d’immigrati: sono anglosassoni che dopo essersi convertiti all’Islam si sono radicalizzati. Almeno 500 britannici sono volati in Siria e Iraq per combattere nelle file dell’ISIS.
In un’intervista a Radio 4 della Bbc, il premier conservatore ha ammesso che non esiste un legame di causa-effetto fra scarsa conoscenza dell’inglese e propensione al radicalismo, ma si è detto convinto che capire e parlare la lingua nazionale possa favorire una migliore integrazione, e che a sua volta l’integrazione nel tessuto sociale possa rendere queste donne e i loro figli “più resistenti” alla perniciosa propaganda di gruppi radicali e terroristi.
La leader dei Verdi, Natalie Bennett, ha fatto notare che l’uscita di Cameron rappresenta un’inversione a U rispetto alle precedenti politiche del suo stesso governo: “David Cameron, il cui Governo nel 2011 ha tagliato i finanziamenti per le lezioni di inglese per gli immigrati, ora si lamenta che i migranti non stanno imparando l’inglese.”
Investire nell’istruzione dei propri cittadini e cercare di favorire una migliore integrazione dei nuovi arrivati dovrebbe essere tra le priorità di ogni amministrazione pubblica. Rimangono invece dubbi su quanto sia fattibile, prima ancora che morale, espellere una donna – nonché moglie e magari madre di cittadini britannici – dopo due anni e mezzo di permanenza nel Paese.