Kuomintang punito da difficoltà economiche e aperture a Pechino
(Asiablog.it) – La candidata del Partito democratico progressista (Dpp), la 59enne Tsai Ing-wen, ha vinto le elezioni presidenziali a Taiwan diventando la prima donna presidente nella storia del Paese.
Dopo una laurea in legge alla Cornell University e un dottorato nella London School of Economics, Tsai è tornata in patria per lavorare in diverse università e svolgere ruoli governativi. Passata al Dpp nel 2004, nel 2011 diventa la prima donna candidata alla poltrona di presidente nella piccola nazione a largo della costa cinese.
Con quasi 7 milioni di voti, pari a circa il 56% dei votanti, il 16 gennaio 2016 Tsai ha sconfitto il suo avversario, Eric Chu Li lun del Partito nazionalista del Kuomintang (Kmt) del presidente uscente Ma Ying-jeou, che ha raccolto solo il 31% dei consensi.
Eric Chu ha immediatamente ammesso la pesante sconfitta e – con un inchino davanti ai militanti del Kuomintang – si è anche dimesso dalla leadership del partito.
I cittadini taiwanesi hanno votato democraticamente per scegliere il loro presidente per la sesta volta nella storia. Nel 2008 e nel 2011 vinse Ma Ying-jeou, del Kuomintang (KMT).
La questioni più dibattute di questa campagna elettorale sono state due. La prima è l’economia, con il governo che ha dovuto fare i conti con il malcontento popolare riguardo alla stagnazione economica e al calo delle esportazioni.
La seconda riguarda le relazioni con l’ingombrante vicino cinese. Il Kuomintang è favorevole al riavvicinamento con Pechino, mentre il Dpp ha promesso il consolidamento dell’indipendenza di Taiwan. Questo nonostante Pechino, come la maggioranza dei Paesi che siedono all’Onu, non abbia mai riconosciuto Taiwan come un Paese indipendente.
Pechino continua a ritenere Taiwan una “provincia ribelle” in una prospettiva di annessione di fatto.
Solo due mesi fa a Singapore si era svolto uno storico incontro tra i presidenti di Cina e Taiwan, il primo dal 1945.
Nel 2014 Taiwan era stata investita dalla Protesta dei Girasoli, animata da giovani preoccupati riguardo all’espansione dell’influenza cinese sull’isola.
La vittoria di del Dpp produrrà inevitabilmente un rallentamento del processo di riavvicinamento tra Pechino e Taipei, anche se il nuovo presidente dovrà necessariamente mantenere buoni rapporti con la Cina, che rappresenta il principale partner commerciale della piccola isola asiatica.
Taiwan, il cui nome ufficiale è Repubblica di Cina, è uno Stato de facto dell’Asia orientale. Nato nel 1949 come un regime monopartitico basato sul Lmt del Generalissimo Chiang Kai-Shek, con le riforme attuate a partire degli anni Ottanta si è rapidamente trasformato in una delle democrazie multipartitiche più libere del continente asiatico
A differenza della Repubblica Popolare, oggi a Taipei liti ed aspri dibattiti in Parlamento sono comuni e le protese di piazza, spesso di natura economica ed anti-cinese, sono quasi all’ordine del giorno.
Il radicamento della democrazia a Taiwan, un paese del «mondo sinico», smentisce i teoremi di chi sostiene che i cinesi siano condannati a forme di governo autoritarie per “ragioni culturali”.