Thailandia, 400.000 lavoratori migranti a rischio di espulsione

Mae Sot (Thailandia) - Birmani in fila al confine tra Birmania e Thailandia

Birmani in fila a Mae Sot, cittadina della Thailan dia al confine con la Birmania

Giovedì 18 dicembre 2015, Giornata Internazionale dei Migranti, il Migrant Working Group (MWG), una ong con sede in Thailandia, ha tenuto una conferenza stampa per presentare il suo rapporto 2015, intitolato Migrant Crisis Protection.

MWG sostiene che il governo thailandese non sia riuscito ad elaborare alcun progetto per fornire servizi di base e garantire i diritti fondamentali ai migranti ed ai rifugiati in Thailandia.

Adisorn Kerdmonkol, rappresentante di MWG, ha dichiarato che, secondo i dati del Ministero del Lavoro, tra il 1 aprile e il 30 giugno 2015, l’Ufficio per i Lavoratori Stranieri ha registrato la presenza di 1.049.326 lavoratori migranti.

Attualmente, solo 133.917 migranti hanno completato l’iter per il riconoscimento della loro nazionalità ed avere il rinnovo dei permessi di lavoro. Tuttavia, ci sono ben 400.000 lavoratori migranti che sono stati lasciati fuori dall’iter di riconoscimento.

Queste 400.000 persone, la maggior parte provenienti da Birmania, Laos e Cambogia, non hanno accesso ai servizi pubblici di base e sono a rischio di espulsione o di cadere preda di trafficanti di esseri umani.

Adisorn ha anche sottolineato che senza documenti ufficiali, i lavoratori migranti sono considerati illegali, non hanno diritto ad alcuna protezione, e sono soggetti a maltrattamenti dei datori di lavoro. Il processo di registrazione dei lavoratori migranti è estremamente lento e preda dalla corruzione.

Siwawong Suktawee, un altro rappresentante di MWG, ha aggiunto che le autorità militari thailandesi hanno ripetutamente mancato di rispettare il principio internazionale di “non respingimento” dei profughistabilito dall’UNHCR.

Il mese scorso, le autorità thailandesi hanno deportato in Cina due attivisti cinesi in esilio volontario che già avevano ricevuto lo status di rifugiato dall’UNHCR ed erano in attesa di reinsediarsi in Canada. In precedenza, nel mese di luglio 2015, il governo militare thailandese aveva espulso, sempre verso la Cina, circa 100 Uiguri provenienti da diversi centri di detenzione di Bangkok.

La deportazione degli uiguri aveva scatenato proteste in Turchia ai primi di luglio. I manifestanti hanno attaccato il consolato onorario di Thailandia a Istanbul, rompendo finestre e distruggendo altre proprietà. Circa un mese dopo la deportazione, il 17 agosto 2015, la zona di Ratchaprasong, uno dei luoghi più frequentati nel centro di Bangkok, è stata scossa da un attentato che ha provocato 20 morti e 135 feriti.

Siwawong ha anche detto che la debolezza dello Stato di diritto e la corruzione nel traffico di esseri umani, svolgono un ruolo chiave nella creazione di un ambiente in cui la rete del traffico di esseri umani trova spazio per operare.

Per avallare la sua dichiarazione ha portato ad esempio il caso del Magg Gen. Paween Pongsiri, l’ex capo del team investigativo sul traffico di esseri umani, in maggior parte Rohingya ed immigrati del Bangladesh. Pongsiri ora cercando asilo in Australia dopo essere stato coinvolto in un’indagine che ha portato a 153 mandati d’arresto, alcuni dei quali contro ufficiali militari di alto rango, tutti sospettati di essere gli anelli portanti della rete del traffico di esseri umani.

Migranti Rohingya nelle acque al largo della Thailandia - AFP PHOTO / Christophe CHAMBAULT (Photo credit should read CHRISTOPHE ARCHAMBAULT/AFP/Getty Images)

Migranti Rohingya nelle acque al largo della Thailandia. Foto C. Archambault/AFP

Siwawong ha affermato che i trafficanti di esseri umani lungo la costa sud occidentale del Mar delle Andamane si sentono tranquilli e persistono nell’illecito traffico a causa del coinvolgimento di funzionari militari del 4th Internal Security Operations Center (ISOC).

Dopo la scoperta, nel maggio 2015, di fosse comuni lungo il confine tra Thailandia e Malesia, sono state arrestate 91 persone, tra cui un ufficiale di alto grado dell’esercito (Gen. Mag. Manas Kongpan) e quattro agenti di polizia. Altri 62 sospettati, tuttavia, sono ancora a piede libero.

La scoperta delle fosse comuni, che ha fatto notizia in tutto il mondo, la decisione del governo degli Stati Uniti di mantenere la Thailandia in Tier-3 nel report Trafficking in Persons (TIP), e la paura di sanzioni commerciali da parte dell’UE, in particolare nel redditizio settore della pesca, hanno spinto le autorità thailandesi a reprimere le reti di traffico di esseri umani, cosa che precedentemente era sempre stata ignorata.

Articolo pubblicato su Prachatai il 18/12/2015

Fonte immagine: Thailand Business News

 

Tiziano Matteucci
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"Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui." (Dante Alighieri - Inferno, V). Per il resto non c'e' molto da dire. Pensionato italiano che ora risiede in una cittadina del nord ovest della Thailandia per un assieme di causalità e convenienze ... c'è solo una cosa certa: "faccio cerchi sull'acqua ... per far divertire i sassi" (Premdas)
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