Se questa breve poesia si stende oltre
il suo primo verso, allora è già, è già,
fallita, è diventata qualcos’altro,
qualcosa che il suo autore non voleva
diventasse, una cosa a senso unico,
maleducata, scalmanata,
il cui viaggio tortuoso è noto
solo a lei, la cui lingua è solo sua.
L’autore è destinato, io temo,
a scrivere poesie che gli sfuggono.
Questa, per esempio, doveva essere lunga
un verso, essere anzi un solo lungo verso,
dedicato a Mervyn Morris e al suo amore
della brevità, ma è diventata totalmente
altro. La poesia canta il proprio canto,
giunge alla propria fine nella propria ora.
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