In un post apparso ieri sul suo sito Bufale.net, David Alejandro Puente Anzil, attivista da anni impegnato a segnalare le notizie false o manipolate che circolano online, ha comunicato di aver sporto denuncia contro il sito Voxnews.info:
«Spesso ci chiedete “non si può fare qualcosa contro questi siti razzisti, omofobi o pseudoanimalisti?”. Si, si può fare qualcosa, tanto che oggi abbiamo denunciato uno di questi.»
Il gestore di VoxNews è accusato di aver commesso il reato di incitamento alla discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (legge Mancino 1993). VoxNews farebbe parte di una struttura, composta da vari siti, che diffonde bufale e notizie manipolate “per scopi politici e/o di monetizzazione”:
«La propaganda digitale della suddetta struttura è composta da immagini e testi dai contenuti discriminatori e di incitamento all’odio razziale, religioso e sessuale, contenuti ideologici riguardanti la razza e teorie di complotto su base razziale, religiosa e sessuale, articoli di cronaca ripresi dalle testate giornalistiche copia-incollati e modificati al fine di diffondere notizie alterate e di parte a sostegno della propria ideologia, nonché la diffusione di notizie prive di fondamento e inventate (“bufale”).»
Tra i siti incriminati, oltre al già citato VoxNews, figurano Identità.com, Tuttiicriminideglimmigrati.com e la pagina Facebook “contro l’oppressione multietnica” (sic) Resistenza Nazionale (anche sito: Resistenzanazionale.com).
Senzacensura.eu, un portale simile per contenuti a quelli sopra citati, venne denunciato recentemente per istitgazione all’odio razziale. Il gestore, un 20enne di Caltanissetta, ammise di aver pubblicato notizie false soffiando sul fuoco della xenofobia per aumentare visite sul suo sito e quindi generare maggiori introiti attraverso i banner pubblicitari.
Lungi dall’essere fenomeni marginali, alcuni siti xenofobi raggiungono decine di milioni di utenti l’anno facendo una martellante propaganda contro stranieri, migranti, immigrati e minoranze interne. In questi siti, per costruire odio e xenofobia, bufale vere e proprie vengono mescolate a notizie selezionate e volutamente manipolate in modo da portare acqua al mulino della perniciosa ideologia dell’intolleranza.
Quello dei siti dell’odio è un fenomeno preoccupante che David Puente, fondatore e webmaster di Bufale.net, paragona addirittura all’atmosfera del periodo tra le due Guerre, che vide l’ascesa dei fascismi e sfociò negli orrori della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto.
Che il fenomeno delle pagine web che fanno disinformazione e incitano o istigano all’odio xenofobo sia in costante aumento è confermato dalle statistiche dell’Unar, ovvero l’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali:
«Negli ultimi tre anni è cresciuto esponenzialmente il numero di siti, blog e post per i quali l’Ufficio ha provveduto o ad attivare le procedure di oscuramento o rimozione da parte della Polizia Postale o a formulare direttamente notizie di reato all’autorità giudiziaria per incitamento all’odio razziale», hanno spiegato i responsabili del servizio, che possono essere contattati per denunciare eventuali abusi al numero verde 800901010.
L’odio nasce spesso dall’ignoranza, dunque oltre ad applicare la legge ci sarebbe bisogno di dotare i cittadini degli strumenti di base per orientarsi nella galassia di internet e riconoscere le bufale online.
Questa operazione deve ovviamente partire dalle scuole, dove lo studio della comunicazione, in ogni sua forma e con particolare attenzione a quella giornalistica e all’utilizzo dei social media, dovrebbe essere materia di base.
Nel Ventunesimo secolo chi non ha gli strumenti per navigare in rete, capirne tecniche e contenuti, e riconoscere le bufale più palesi, ha un handicap simile a quello di un analfabeta del secolo scorso.
Pingback: Dove si forma l'Opinione Pubblica? Uno studio.
Voxnews è un chiaro spot di incitamento all’odio razziale e religioso ,sarebbe da chiudere, è un sito di odio,bisogna denunciare