«… Così ho voluto redigere l’inventario di queste collezioni di fiori e di farfalle, che conservo ben ordinate nella mia casa di campagna; ma il notaro non si accorgerà che in quelle stanze si aggirano, accennanti con mesto sorriso, ombre care che solo quando questa casa crollerà saranno morte davvero: e che i paesaggi che si scoprono da quelle finestre sono anch’essi vivi come persone.
Ai miei eredi lascerò detto che, in quanto alle mura di quella casa, se le prendano pure per loro; ma in quanto al mio erbario, che racchiude il vecchio odore di questa terra, quello bisognerà che me lo seppelliscano accanto, come mia suppellettile personale …»
(Inventario della casa di campagna – Piero Calamandrei)
In questo strano momento — in cui un’oscura maggioranza parlamentare di nominati/eletti con una legge incostituzionale, cerca di modificare la Costituzione (viene definita riforma, ma una riforma sottointende una miglioria, un passo in avanti che, in questo caso, non si vede proprio) — vale la pena ricordare un uomo politico italiano che sempre ha difeso la Costituzione: Piero Calamadrei (Firenze, 21 aprile 1889 – Firenze, 27 settembre 1956).
Nel 1945 Piero Calamadrei fu nominato membro della Consulta Nazionale e dell’Assemblea Costituente in rappresentanza del Partito d’Azione. Partecipò attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d’inchiesta e della Commissione per la Costituzione italiana. I suoi interventi nei dibattiti dell’assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione. Calamandrei propose una repubblica presidenziale con “pesi e contrappesi”, come negli Stati Uniti, o un sistema di premierato sul modello Westminster britannico, per evitare la debolezza dei governi, come si verificò poi puntualmente durante la storia della repubblica, e, allo stesso tempo, impedire la deriva autoritaria insita sia nel troppo potere, sia nel disordine delle istituzioni… Nonostante ciò, difese sempre la repubblica parlamentare e la Costituzione, così come erano uscite dal dibattito democratico nella Costituente.
Ed per gli attuali politici impegnati in questa discutibile modifica costituzionale un invito: dopo che avrete approvato la vostra modifica, andate…
“… in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, … perché lì è nata la nostra costituzione”. (Piero Calamadrei)
Immagine: Antonio Giudici Photography
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