Hadil al-Hashlamoun, una studentessa universitaria palestinese di 18 anni, è stata uccisa da almeno 5 pallottole sparate da un soldato israeliano in un checkpoint della città palestinese di Hebron. L’incidente è avvenuto intorno alle 8.30 di martedì 22 settembre.
Secondo la versione dell’esercito di Israele, la giovane avrebbe tentato di pugnalare un soldato non identificato – che non è stato ferito – il quale ha poi aperto il fuoco per legittima difesa. Le forze israeliane hanno anche dichiarato che la ragazza palestinese aveva intenzione di lanciare un ordigno esplosivo.
Queste dichiarazioni sono state contraddette da una serie di testimoni oculari, mentre in immagini e filmati apparsi in rete la studentessa sembra essere disarmata e non mostra atteggiamenti aggressivi.
Secondo la versione dei media palestinesi, la ragazza sarebbe stata colpita per essersi rifiutata sia di togliere il niqab, il velo che le copriva una parte del viso, come ordinato dai soldati, sia di farsi perquisire da soldati di sesso maschile. Addosso non aveva nessuna arma e nella sua borsa, dove forse i soldati credevano si nascondesse un ordigno esplosivo, c’erano soltanto dei libri.
Una volta colpita, la giovane sarebbe stata lasciata in terra per circa mezz’ora prima di ricevere soccorsi. In un filmato (sotto) si vedono due uomini israeliani sorridere mentre indicano la ragazza che giace a terra nel sangue e in fin di vita. La ragazza è stata poi trasportata in ospedale, dove è deceduta dopo qualche ora.
L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha invitato le autorità internazionali ad aprire un’inchiesta indipendente sull’incidente.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2015 le forze israeliane hanno ucciso 24 palestinesi.
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