Salvini farebbe la guerra ma i rischi sono enormi
In un intervento alla trasmissione Otto e Mezzo diretta dalla giornalista Lilli Gruber, il segretario della Lega Matteo Salvini ha dichiarato che se fosse il Presidente del Consiglio manderebbe truppe italiane a fare la guerra sia in Siria che in Libia.
Paradossalmente, a febbraio Salvini aveva sostenuto la tesi opposta:
«Questo governo dà i numeri, sento che parlano di soldati e guerra con facilità, ma è già stata fatta una cazzata nel 2011 con Gheddafi, lo ha ammesso anche Prodi, non ripetiamola. Prima di qualsiasi intervento bisogna capire che cosa fare, trovando accordi sul territorio e fermare gli sbarchi».
«Il governo Renzi è pericoloso: parla di guerra a vanvera».
Libia e Siria sono due Paesi precipitati nel caos e piagati da guerre civili tra forze governative e vari gruppi armati. La Libia è un caso disperato mentre in Siria si sta combattendo una guerra mondiale per procura, vale a dire una proxy war nella quale Usa, Israele, Russia, Iran, Arabia Saudita e petromonarchie sunnite, Turchia e altri Paesi stanno aiutando, finanziando e/o armando una determinata fazione contro le altre.
In Libia i rischi legati ad un’azione armata internazionale sono immensi, le perdite umane inevitabili, e gli esiti a dir poco incerti. In Siria l’impressione è che ogni tipo di intervento diretto straniero rischierebbe di allargare il conflitto ai Paesi che finora sono rusciti a non esserne travolti, come Giordania, Libano o Turchia.
Se questo è il quadro, è palese che Salvini diceva cose sensate a febbraio ed oggi dice corbellerie da bar dello sport. Come disse Salvini 1, qui qualcuno «parla di guerra a vanvera» e la cosa è molto pericolosa.