«… lo psicologo Robert J. Sternberg [ha calcolato che] nei 36.525 giorni del ventesimo secolo, un numero di civili fra i 100 e i 160 milioni hanno perso la vita nel corso di massacri — il che significa una media di oltre tremila morti di innocenti al giorno, né il trend ha subito un rallentamento nel nuovo millennio. “In termini statistici”, conclude Sternberg, “l’11 settembre è stato un giorno come un altro”.
Ci vogliono un bel po’ di malfattori per uccidere tremila civili in un giorno. Quanti ne occorrono per ammazzarne 100-160 milioni?»
(Le sorgenti del male – Zygmunt Bauman – Ed. Edizioni Centro Studi Erickson)
«Essere morali, ci avverte appunto Zygmunt Bauman, non significa essere buoni. Significa però “sapere che cose e azioni possono essere buone o cattive. Ebbene, per saperlo gli uomini hanno bisogno di un’altra consapevolezza preliminare: cose e azioni possono essere diverse da quelle che sono. Si potrebbe dire che ciò dipende dalla particella ‘no’, presente in tutte le lingue che gli uomini impiegano per trasformare […] l’esistenza nell’esperienza. […] dopotutto, e forse prima di tutto, la moralità riguarda la scelta”.
Saper dire di no, saper disobbedire, conservare “eroicamente” questa capacità, l’unica che ci consenta di decidere e scegliere: questo ci serve ..»
(Riccardo Mazzeo – dall’introduzione a Le sorgenti del male di Zygmunt Bauman)
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