«La prima bancarotta della storia fu quella dichiarata da dieci municipalità greche nel quarto secolo avanti Cristo. C’era un unico creditore, il tempio di Delo, il luogo di nascita del mitico dio Apollo. Dopo 24 secoli la Grecia è tornata ad essere l’epicentro del maggior bailout del pianeta.»
Con questa citazione, dal libro di Simon Kenendy e Maria Petrakis, Greece on Edge of Insolvency 24 Centuries After City Default, inizia il libro di Vittorio De Rold, giornalista de il Sole 24 Ore che …
« … in questi anni è diventato il “grecista ” di riferimento per molti colleghi: mentre gli altri si occupavano di Grecia ogni tre-quattro mesi, lui non l’ha mai mollata, ha seguito tutti i contorcimenti della finanza internazionale e della politica interna di una crisi che sembra sempre arrivata al suo tragico epilogo e invece continua. Nel momento più drammatico (per ora), Da Rold pubblica quindi un breve riassunto delle puntate precedenti utile a chi vuole capire cosa è successo senza doversi immergere nella sterminata bibliografia in continua evoluzione: La Grecia ferita (Ed. Asterios).
Il sottotitolo è ardito, “cronaca di un waterboarding spietato”, ma ci sono elementi per sostenere che si è trattato di tortura e non soltanto di cicli economici. In pochi ricordano, per esempio, una riunione di capi di hedge fund rivelata dal Wall Street Journal nel gennaio 2010: i grandi fondi speculativi, incluso quello di George Soros, si riuniscono in un hotel a Manhattan per concordare una strategia d’azione comune, scommettere sul ribasso dell’euro che a quell’epoca era a quota 1,355 sul dollaro. La Grecia era l’anello più debole della moneta unica su cui agire per creare quel clima negativo che avrebbe reso vincente la scommessa sul ribasso. Non teoria del complotto, ma racconto di uno dei tanti momenti in cui gli interessi privati hanno avuto ripercussioni politiche. E non possono quindi mancare le banche – tedesche e francesi – che sono riuscite a ridurre la propria esposizione verso la Grecia esclusivamente grazie agli aiuti pubblici in teoria offerti al Paese.
Da Rold non offre soluzioni al dramma greco, ma capire cosa è successo è il modo migliore per superare i dibattiti ideologici da bar di questi giorni.»
(dalla recensione de il Fatto Quotidiano, 08/07/2015)
- Fotografia come esclamazione di vitalità - 19/08/2016
- La Thailandia, la zucca e… il peperoncino - 11/08/2016
- Hiroshima, la bomba di Dio - 06/08/2016