Ieri sul giornale online thailandese Prachatai è apparso un articolo, lo potete leggere tradotto in calce a queste poche righe.
Un appello ma anche un manifesto, che porta la firma del Seri Thai (Organizzazione dei Liberi Thailandesi per i Diritti Umani e la Democrazia, FT-HD).
A me, nel leggerlo, è immediatamente tornato in mente un altro Seri Thai (เสรีไทย), ovvero il movimento patriottico e indipendentista della resistenza thailandese fondato durante la seconda guerra mondiale, nel 1943, in opposizione all’occupazione militare giapponese, ma non solo.
L’esercito giapponese che occupava la Thailandia era un alleato di Bangkok, o meglio, il primo ministro dell’epoca, Phibun Songkhram, si era alleato ai giapponesi, anche se la sua dichiarazione di guerra agli Stati Uniti non venne mai consegnata. Chi doveva consegnarla, Seni Pramoj, ambasciatore thailandese a Washington, si rifiutò di consegnarla e fondò Seri Thai.
N.B. Nelle ultime righe troverete un appello alla Comunità Europea. Sarebbe bello che, fuor di retorica, l’assemblea di Bruxelles prendesse atto del penoso stato della democrazia e dei diritti umani nel Paese dei Sorrisi.
Liberi thailandesi per i diritti umani e la democrazia
Il 24 giugno 2015 ricorrono 83 anni da quando, in Thailandia, la monarchia assoluta è stata abbattuta da una rivoluzione filo democratica. Tuttavia, nel corso degli ultimi 83 anni, la democrazia non ha trovato un completo e stabile sviluppo nelle istituzioni di governo a causa del ripetersi di colpi di stato militari. Questo, accoppiato a 19 costituzioni che sono state per lo più imposte al popolo thailandese, ha indebolito lo sviluppo politico e limitato il progresso verso una matura democrazia in Thailandia. Anche se i thailandesi, soprattutto studenti universitari, sono lentamente diventati più consapevoli di questi problemi di base e osservato come il costante intervento dei militari abbia limitato la crescita di una maturità democratica in Thailandia: sono stati uccisi a centinaia da parte dell’esercito tailandese reale ogni volta che hanno tentato di protestare per i loro diritti democratici fondamentali. Il 14 ottobre del 1973, il 6 ottobre 1976, nel maggio 1992 e nel maggio 2010 le proteste pacifiche sono state accolte con brutale forza militare, con pacifici manifestanti massacrati dai militari per volere della classe conservatrice monarchica. Vorremmo far notare che negli ultimi 10 anni la crisi è diventata politicamente più grave in quanto il paese è diviso in due campi. La maggioranza da un lato è filo democratica e segue i propri rappresentanti eletti, mentre sul lato opposto c’è un gruppo minoritario anti-democratico sostenuto dai militari, dalla vecchia elite monarchica, dalla magistratura conservatrice e altri cosiddette istituzioni indipendenti sotto il loro controllo.
Nel corso degli ultimi 10 anni 4 governi democraticamente eletti sono stati rimossi sia con manovre giudiziarie sia da Colpi di Stato militari e questo ha portato alle divisioni che vediamo nella società thailandese di oggi, con la volontà della maggioranza del popolo thailandese costantemente ostacolata da una minoranza anti democratica. Il movimento contro la democrazia ha pienamente sostenuto l’ultimo colpo di Stato da parte del cosiddetto Consiglio Nazionale per la Pace e l’ Ordine (NCPO) il 22 maggio 2014. L’NCPO ha istituito una dittatura sotto il controllo dei militari e ha applicato la legge marziale ed una costituzione ad interim che concede poteri illimitati e l’amnistia per tutti i misfatti compiuti. Durante questo periodo circa 1000 obiettori alla dittatura militare sono stati convocati per un “Attitude Adjustment”, un eufemismo per indicare: detenzione illegale e tortura, ed una parte dei detenuti sono stati costretti a firmare un documento che autorizza la confisca di tutti i loro beni nel caso dovessero opporsi di nuovo al governo militare. Un altro strumento di oppressione, che è stato utilizzato, con sempre maggiore frequenza nei confronti di coloro che si oppongono alla dittatura militare, è la “lesa maestà”. Questa legge permette alla giunta militare una condanna quasi garantita, per una durata fino a 15 anni, per ogni infrazione ritenuta tale. Centinaia di persone sono state incarcerate applicando questa legge arcaica e medievale.
I thailandesi continuano a lottare per la democrazia e molti gruppi, che non accettano il colpo di Stato e la dittatura militare, si sono formati.
Seri Thai (Organizzazione di liberi tailandese per i diritti umani e la democrazia, FT-HD), è uno di questi gruppi, costituitosi il 24 giugno 2014, per promuovere i diritti umani e la democrazia. Dopo un anno, FT-HD continua la sua campagna per il ritorno dei diritti umani fondamentali e la democrazia in Thailandia. FT-HD si propone in particolare di supportare sia i thailandesi che sono stati costretti a chiedere asilo all’estero, a causa delle loro opinioni politiche filo democratiche, sia gli studenti che in Thailandia si battono contro la dittatura militare.
Per celebrare l’83 esimo anniversario della democrazia tailandese FT-FD desidera dichiarare che:
1 -Siamo contro la dittatura ed, assieme agli studenti thailandesi e tutti i gruppi filo democratici, chiediamo l’immediato rilascio di tutti i prigionieri politici, detenuti anti-dittatura, studenti e professori pro-democrazia.
2- Non accettiamo la costituzione militare proposta e scritta da NCPO e non accettiamo il referendum proposto dal leader della giunta che estende la sua dittatura per altri 2 anni.
3- Chiediamo che la comunità internazionale presti molta attenzione alle violazioni dei diritti umani che avvengono in Tailandia e chiediamo il loro sostegno per il ritorno in Thailandia di una democrazia con stato di diritto e dei diritti umani fondamentali per tutti i cittadini. Chiediamo inoltre che la Comunità Europea ci aiuti a raggiungere il nostro obiettivo per un ritorno alla democrazia e ai diritti umani in Thailandia.
Fonte immagine: International Business Times
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