Quando ho scritto della Thailandia senza peperoncino, evento oggi inimmaginabile per coloro che conoscono la vera cucina thailandese, si apriva un interrogativo: Cinquecento anni fa come era la cucina thailandese?
Non potendo consultare ricettari (ammesso esistano) o altri documenti scritti dell’epoca antecedente l’introduzione del peperoncino in Thailandia (avvenuta ad opera dei portoghesi nel 1511 durante il Regno di Ayutthaya) avevo trovato, meglio dire inventato, una risposta all’interrogativo di cui sopra e suggerivo pepe nero (พริกไทย – prik thai) e pepe di Sichuan (มะแข่น– makhaèn) quali alternative piccanti allo sconosciuto peperoncino. Due piante originarie del sud est asiatico, ancora in uso nella cucina thailandese (comune il pepe nero, occasionale il pepe di Sichuan).
D’altra parte nessun lettore del precedente articolo ha avanzato critiche – ma neppur suggerimenti – al riguardo e quindi ora, aiutato dal caso e dalle assidue e curiose frequentazioni dei mercati, mi ritrovo ad implementare, sempre arbitrariamente, le alternative culinarie al peperoncino.
ดีปลี (diplì)
Pepe lungo (Piper longum L.)
Pianta della famiglia delle Piperaceae, coltivata per i suoi frutti che vengono essiccati (il frutto del pepe lungo è dato dall’unione di molti piccoli frutti della dimensione di un seme di papavero).
Prima che gli europei scoprissero il continente americano, il pepe lungo era una spezia molto importante, talmente importante che spesso la sua storia viene confusa con quella del pepe nero. Gli antichi romani, ad esempio, conoscevano entrambe le specie e le chiamavano con lo stesso nome. La sua popolarità ed il suo utilizzo iniziano a scomparire dopo l’introduzione della coltivazione del peperoncino.
Oggi, in Thailandia, non viene quasi più utilizzato come semplice spezia, facile vederlo in vendita con altre piante medicinali per le sue proprietà antiasmatiche e antiallergiche.
(tutte le foto tiziano matteucci)
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