Se passeggiando per le vie di una qualsiasi località thailandese è facile imbattersi in un venditore di frutta “prendi e mangia” è altrettanto probabile imbattersi in un rivenditore di succo d’arancia e, dato l’onnipresente caldo, una fresca spremuta di frutta non si rifiuta mai.
« เอา น้ำส้ม ไม่ » (au nam som mai – vuoi una spremuta d’arancia?)
Le diverse confezioni del prodotto vengono comunemente chiamate: น้ำส้ม (nam som – spremuta d’arancia) ma io, all’interno, ho sempre trovato spremuta di mandarino.
Nulla di male, intendiamoci, a me i mandarini sono sempre piaciuti più delle arance, solo che le arance sono arance ed i mandarini sono mandarini.
La cosa curiosa, poi, è che la medesima non diversificazione avviene anche dal fruttivendolo dove, nonostante a volte sia presente un cartello riportante la scritta แมนดาริน (mændarin – traslitterazione del termine inglese mandarin), il frutto viene richiesto e venduto come ส้ม (som – arancia) pur esistendo, nella lingua thailandese il termine: ส้มเขียวหวาน (som kieowan – mandarino) … forse ส้ม è una delle abituali contrazioni del parlato.
Resta il fatto che a me non è mai capitato di vedere arance (così come vengono abitualmente intese da noi) da nessuna parte, neppure in provincia di Nan, famosa per la sua produzione di ส้มสีทอง (som si thong – arancia dorata) che a me, come fattezze e sapore, sono sembrate più mandarini che arance … ma forse sono io in errore.
Scientificamente è stata accettata la teoria secondo la quale tutti gli agrumi oggi esistenti derivano da tre sole specie: cedro, mandarino e pomelo.
Tre piante originarie dell’Asia sudorientale che nei millenni hanno trovato, tra innesti e incroci, la loro collocazione anche in zone temperate. Tutti gli agrumi che conosciamo, al di fuori dei tre sopra citati, non sono altro che filiazioni prodotte dal caso o selezionate dall’uomo.
Da queste parti, ad esempio, è abituale vedere il pomelo, spesso confuso col figliolo pompelmo.
ส้มโอ (som oo) Citrus maxima (o Citrus grandis L.), agrume conosciuto da più di quattromila anni e oggi conosciuto come pomelo ma anche pampa leone, pummelo e shaddock. È il più grande agrume esistente, i suoi frutti possono raggiungere un diametro di 30 cm ed un peso di 10 kg.
Tipica per questa specie è l’abbondante presenza della sostanza bianca spugnosa sotto la buccia (detta albedo), che come nella maggioranza degli agrumi non è commestibile. Di albedo è costituita tutta la parte superiore del frutto, cioè la parte stretta della sua forma a pera.
Quindi in Thailandia il pomelo (ส้มโอ – som oo) ha un suo nome e trova la sua giusta collocazione nel vasto panorama mondiale degli agrumi.
Restano aperti i dubbi riguardo al limone (มะนาว – manao) che, in Thailandia, non è un limone, e l’arancia (ส้ม – som) che non è un’arancia.
Per di più il mandarino è la pianta, tra le tre originarie, ad avere il frutto più dolce e quindi sicuramente merita tutto questo apprezzamento … ma non è un arancia.
Questa ennesima informazione inutile sulla Thailandia ha come sempre il solo scopo di farvi viaggiare più tranquilli, rilassati e (possibilmente) sorridenti.
(tutte le foto tiziano matteucci)
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Concordo pienamente.