Qui in Thailandia, gironzolando per mercati, mi capita spesso di vedere frutti e ortaggi sconosciuti alle latitudini da cui provengo. Insomma, per me: “oggetti misteriosi”.
Nella maggior parte dei casi la mia compagna conosce il frutto o l’ortaggio, in altri casi chiede al venditore. A volte i nomi che mi vengono riferiti sono appellativi locali. Tutto questo per dire che la ricerca (che spesso si trasforma in inutili post su questo blog) a volte si dimostra semplice altre volte più complessa.
La mia compagna diceva che erano เม็ด มะรื่น (mět marun), semi estratti dal frutto di un grande albero. Lei li ricordava bene, da piccola raccoglieva i frutti, estraeva i semi che poi tostava e mangiava.
Ma la ricerca in internet di “mět marun” (eseguita in lingua thai) non portava ad alcuna risposta valida, nessun riferimento a piante o semi .
Anche un’altra venditrice confermava il nome di quei semi ed allora, per uscire dal vicolo cieco, pubblicai le foto in un gruppo Facebook chiedendo se qualcuno li riconosceva.
Dopo qualche tempo un’iscritta al gruppo, originaria dell’Isaan, mi comunicò il nome utilizzato in quella regione thailandese: บักบก (bakbok).
Et les voilà!
Semi della Irvingia malayana un albero della famiglia delle Irvingiaceae noto col nome di Wild almond e Wild mango (in thai : กระบก – krabok), alcune specie producono frutti (simili al mango) con semi commestibili (dal sapore simile alle mandorle) che, essiccati al sole od abbrustoliti, vengono venduti interi o macinati. L’alto contenuto di mucillagini consente loro di essere utilizzati come addensanti e da freschi possono essere spremuti per ottenere un olio vegetale.
Alla fin fine tutto questo, per me, è solo un gioco il cui premio è soddisfare la mia e forse, chissà, anche l’altrui curiosità.
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