Fragrante, legnoso o resinoso, fruttato, al limone, alla menta piperita, dolce, al popcorn, chimico, pungente e rancido. Ma non sto, per ora, parlando del durian.
Sono le dieci famiglie di base in cui è possibile classificare qualsiasi odore. Da questa classificazione degli odori di base -qualcosa di simile ai colori fondamentali- derivano le combinazioni che portano a tutte le diverse sfumature, per usare un termine sempre riferito ad un altro senso: la vista.
Il durian purtroppo offre al nostro apparato olfattivo tutte le varianti del pungente e del rancido. Le definizioni che mi è capitato di ascoltare, o di leggere, vanno da un inorridito quanto generico abominevole e, passando dall’odore di piedi sporchi, arrivano a carogna in putrefazione. Ovvio che questa ampia gamma di “odori” ostacola l’umano transito dall’apparato olfattivo all’apparato gustativo.
Per dire: se mettete in tavola, che so, banane, pesche, ananas o albicocche, avrete convitati che ne mangiano ed altri no. Se mettete in tavola il durian, invece, correte il richio che qualche ospite esca precipitosamente di casa. Il durian o si ama o si odia, difficile trovare indifferenti quando si tratta di questo frutto. Io lo adoro… con tutta la mia comprensione nei confronti di coloro che lo odiano.
Ma, superando l’ostacolo olfattivo, si può gustare il cosidetto “Re dei frutti”.
Un sapore sublime, dolce e piccante, come una crema alla vaniglia con noce e banana, fragranza di spezie e sentori fruttati.
Con buona pace di Andrew Zimmer, food writer, chef e critico gastronomico che così descrive l’alito di uno che ha mangiato durian: “Hai l’alito come se tu avessi pomiciato col cadavere di tua nonna”. (Thailand at Random — AA.VV. -Ed. DidierMillet).
Devo confessare che, quando ho iniziato a scrivere di frutti e verdure della Thailandia, avevo deciso, per vari motivi, di non scrivere del durian. Ma da poco ho scoperto che viene commercializzato anche in Italia, ed allora eccovi qualche inutile informazione.
Durio è il nome scientifico che viene assegnato ad un gruppo di piante della famiglia delle Bombacacee (Malvaceae). Così che durian, senza alcun suffisso, è diventato il nome comune di pianta e frutto, ma solo alcune varietà producono frutti commestibili.
In realtà si tratta, solitamente, di una varietà di Durio zibethinus oppure, anche se meno coltivati, di altri tipi di Durio (D. kutejensis -D. oxleyanus – D. graveolens – D . dulcis ). Questo per sottolineare che, a parità di apprezzamento o repulsione, sto parlando di una determinata cerchia di tipi di durian, quelli che poi trovate in vendita per le strade thailandesi. Una delle specie tenuta in maggior considerazione è la Monthong — หมอนทอง.
Aggiungo solo due altre informazioni: si tratta del frutto locale più costoso e l’odore si sprigiona dal frutto ancora chiuso e non solo dalla polpa che ha all’interno. Per altre curiosità (ad esempio: divieto, segnalato da appositi cartelli, di introdurlo in hotel) e commenti più o meno deliziati o inorriditi, rimando alla ricca raccolta che potete trovare in rete.
Dimenticavo: in thailandese si chiama thurian — ทุเรียน.
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