“Una drammatica accusa contro la guerra, orrendo falò nel quale vengono bruciate selvaggiamente le più alte conquiste civili e morali del nostro tempo. Questo libro, attraverso una spietata documentazione del più vero e tragico volto dei conflitti moderni, palesa l’ipocrisia di certi presunti valori ideali grazie ai quali intere generazioni vengono gettate nella più feroce carneficina. Del romanzo di Remarque fu vietata la pubblicazione nei paesi dominati dal fascismo e dal nazismo perché giudicato profondamente antimilitarista.“ (dalla seconda di copertina di Niente di nuovo sul fronte occidentale, titolo originale: Im Westen nichts Neues, romanzo scritto nel 1929 da Erich Maria Remarque, dove si narrano le vicende di un soldato tedesco durante la Prima guerra mondiale. Il protagonista si arruola nell’esercito tedesco per combattere la Grande Guerra e muore alla fine della guerra).
Molti anni dopo aver letto il libro di Remarque trovai, in un vecchio cassettone di mia nonna, questa fotografia.
Scattata nell’estate del 1918 a Castagno (oggi: Castagno D’Andrea, Firenze). Sono ritratti (a sinistra) mio bisnonno Giuseppe, dietro di lui mia nonna Giustina, seduta Cesira una delle figlie dei bisnonni, a destra la bisnonna Carolina, le due bimbe sono Ghita e Fiammetta, figlie di Giustina e di Angiolo, figlio dei miei bisnonni, militare al fronte della Grande Guerra e destinatario di una copia della fotografia; non aveva mai visto la piccola Fiammetta nata dopo la sua partenza per la guerra.
Angiolo, distaccato nel contingente italiano inviato nelle Ardenne a sostegno degli alleati francesi, verrà ucciso negli ultimi giorni di guerra, non sappiamo se abbia ricevuto la fotografia della sua famiglia.
“Egli cadde nell’ottobre 1918, in una giornata così calma e silenziosa su tutto il fronte, che il bollettino del Comando Supremo si limitava a queste parole: «Niente di nuovo sul fronte occidentale». Era caduto con la testa in avanti e giaceva sulla terra, come se dormisse.” (Niente di nuovo sul fronte occidentale – E.M. Remarque – Ed. Mondadori)
Mia nonna si risposerà col fratello di Angiolo, Lorenzo detto Banda, mio nonno, tornato vivo dal fronte. Avranno altri otto figli tra cui mia madre.
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da far di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.
(Promemoria, Gianni Rodari)
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