BANGKOK (Asiablog) – Dopo aver imposto la legge marziale, l’esercito thailandese ha preso il potere con un colpo di Stato il 22 maggio. La dittatura è stata immediatamente accompagnata da repressione e rigida censura dei media.
La giunta ha proibito anche azioni e comportamenti apparentemente innocui che nascondo forme di protesta civile nonviolenta volte ad esprimere dissenso nei confronti del regime.
La lista in basso riassume le azioni da considerarsi ‘illegali’ o ‘pericolose’ nel contesto della presente situazione di dittatura militare e legge marziale, in quanto ognuna di queste velate fome di dissenso ha portato all’arresto di cittadini critici nei confronti della dittatura militare:
- riunirsi di fronte al McDonald’s per esprimere in silenzio l’opposizione al regime => diversi attivisti arrestati.
- Mangiare panini in pubblico. (Una volta proibiti gli assembramenti al McDonald’s, alcuni attivisti hanno tentato di riunirsi in piazza, in silenzio, portandosi i panini da casa. Ma non è stato permesso nemmeno questo.) => nuovi arresti.
- mostrare un foglio di carta con messaggi critici nei confronti della dittatura militare => diversi attivisti arrestati.
- mostrare una t-shirt con su scritto “PEACE PLEASE” => uomo di nazionalità belga arrestato.
- imitare il segno di protesta con tre dita unite contro il governo di Capitol City nel film Hunger Games, dove le tre dita simbolizzano Libertà, Uguaglianza e Fratellanza = diversi attivisti arrestati.
- leggere 1984 di George Orwell o altri libri o manuali di resistenza civile => diversi attivisti arrestati.
- proiettare il film 1984 tratto dall’omonimo libro di George Orwell => gestore di un circolo/cinema a Chiang Mai intimorito dalla polizia e costretto ad annullare la proiezione.
- ascoltare l’inno nazionale francese, La Marsigliese, in pubblico => studente attivista arrestato.
- indossare una maglietta rossa => venditrice di calamari secchi arrestata (il rosso simboleggia il Popolo e il movimento pro-elezioni delle Camicie Rosse).
- coprirsi occhi, orecchie e bocca come le tre scimmie sagge che danno corpo al principio proverbiale del “non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male”=> attivisti arrestati.
- gridare in pubblico: “Mi vergogno perchè la Thailandia ha avuto un altro colpo di stato” => uomo arrestato.
- indossare la maschera di Guy Fawkes => diversi attivisti arrestati.
- aiutare un manifestante fermato dalle forze dell’ordine => donna arrestata.
- mostrare in pubblico un cartello con su scritto: “Mostrare cartelli non è un reato” => diversi attivisti arrestati.
- Indossare una maglietta con scritto, “Rispetta il mio voto”, che rappresenta un simbolo degli attivisti pro-elezioni => donna arrestata al mercato della frutta e verdura.
- commemorare la ‘Rivoluzione Siamese’ del 1932 => studenti e attivisti arrestati.
Questi ‘reati’, che hanno portato all’arresto e alla detenzione in basi militari di un numero imprecisato di cittadini, si vanno a sommare a tutti gli altri reati già sanzionati dal codice penale, compresa la celeberrima legge sulla lesa maestà, che il regime ha dichiarato di voler far rispettare severamente.
I cittadini sono stati anche invitati dalle autorità a denunciare colleghi di lavoro o conoscenti che esprimono opinioni critiche riguardo alla dittatura militare o alla Famiglia Reale. Le spie capaci di consegnare alle autorità le prove del ‘reato’, come ad esempio un link ad un sito o ad una pagina Facebook contenente opinioni critiche nei riguardi di dittatura o monarchia, vengono premiate con 500 baht, circa 11 euro a soffiata.
E’ invece consentito:
- manifestare di fronte all’ambasciata statunitense contro gli Stati Uniti, il Presidente statunitense e l’ambasciatrice statunitense a Bangkok, rei di aver criticato il colpo di stato e la dittatura militare di Bangkok => le forze dell’ordine hanno permesso questa manifestazione.
UPDATE: Secondo i dati diramati dalla giunta militare, nelle prime quattro settimane dopo il colpo di stato del 22 maggio 2014 sono state convocate a presentarsi alle autorità 515 persone. Dal giorno dopo il golpe, i nomi dei convocati sono stati annunciati in televisione quasi ogni sera. Tra i convocati dalla giunta ci sono stati ex ministri, leader di partiti e movimenti politici, attivisti, intellettuali, professori universitari e studenti. Chi per qualunque ragione non si è presentato la mattina seguente la convocazione rischia un’ammenda e una pena fino ai 2 anni di reclusione. Alcuni si sono dati alla macchia, altri sono fuggiti all’estero. Altri ancora, trovandosi all’estero al momento della convocazione, hanno deciso di non rientrare in patria, divenendo di fatto dei fuggitivi ricercati dalla ‘legge’. Tra di loro, l’accademico progressista Pavin Chachavalpongpun, professore associato al Center for Southeast Asian Studies della Kyoto University.
Sempre secondo i dati ufficiali, il numero degli arrestati ammonterebbe a 201 persone, delle quali 89 sono state arrestate a Bangkok, 63 al Nord, 35 al Nordest, 1 a Est, 2 al Centro, e nessuna al Sud.
Di queste 201 persone, 153 sarebbero state già state rilasciate, in genere dopo 2-7 giorni di detenzione in una base militare, ma solo dopo essere state costrette a firmare un documento nel quale si impegnano a non partecipare in nessun modo ad attività contro il regime, pena la corte marziale.
Molti dei rilasciati hanno dichiarato di non aver subito torture fisiche ma di essere stati sottoposti a intense pressioni psicologiche, che il regime definisce necessarie per indurre un “cambio di attitudine” (attitude adjustment).