Legge marziale, leader politici detenuti, media censurati, coprifuoco e divieto di assembramenti di 5 o più persone
BANGKOK (Asiablog) – Il capo dell’esercito della Thailandia, generale Prayuth Chan-ocha, ha annunciato oggi alle 16:30 ora locale che l’esercito ha preso il controllo del governo.
In una dichiarazione trasmessa a reti unificate, Prayuth ha giustificato il colpo di stato come “necessario” per ristabilire l’ordine e attuare delle “riforme politiche” non meglio specificate.
L’annuncio ufficiale del colpo di stato è arrivato dopo due giorni di legge marziale (Legge marziale in Thailandia: colpo di stato mascherato) e colloqui senza risultati tra le principali fazioni politiche.
I golpisti hanno occupato tutte le redazioni dei canali televisivi e delle radio, che ora trasmettono solo marce militari e annunci dei golpisti. I canali stranieri sono stati oscurati.
I militari hanno anche imposto il coprifuoco in tutto il paese dalle 22:00 alle 05:00 ed hanno proibito gli assembramenti di 5 o più persone.
I leader delle principali forze politiche sono al momento detenuti dai militari.
I golpisti in un annuncio a reti unificate hanno ordinato al primo ministro ad interim Niwatthamrong Boonsongphaisan ed ai membri del suo governo di consegnarsi alle forze dell’ordine entro oggi.
Niwatthamrong e i ministri del governo ormai esautorato si troverebbero invece in salvo in un luogo non specificato.
Nel frattempo i soldati hanno circondato i manifestanti delle due opposte fazioni, le Camicie Rosse pro-elezioni e i militanti del gruppo anti-elezioni del PDRC, obbligandoli ad interrompere le rispettive manifestazioni e tornare a casa.
Le Camicie Rosse si oppongono al colpo di stato e continuano a chiedere nuove elezioni, che invece il nuovo uomo forte del Paese, il generale Prayuth, sembra intenzionato a rimandare di qualche anno per “evitare tensioni”.
Gli attivisti del PDRC hanno accolto con gioia il colpo di stato che chiedevano da anni.
Questo è il 19esimo colpo di stato verificatosi in Thailandia dal 1932. L’ultimo, nel 2006, aveva rimosso un governo dello stesso colore di quello appena defenestrato.
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