Il partito nazionalista indù di Modi conquista la maggioranza assoluta
BANGKOK (Asiablog) – Il partito di opposizione Bharatiya Janata Party (Partito Popolare Indiano, Bjp), di matrice nazionalista indù, ha vinto le elezioni con la maggioranza assoluta. “L’India ha vinto!”, ha commentato su Twitter Narendra Modi, carismatico leader del Bjp, che giurerà come primo ministro il 21 maggio. “Inizia una nuova era,” ha dichiarato Rajnath Singh, presidente del partito. Secondo gli exit poll il Bjp insieme ai suoi alleati minori avrebbe superato la soglia dei 300 seggi su 543 nel Lok Sabha (Camera bassa del Parlamento indiano).
Il Partito del Congresso dell’italo-indiana Sonia Gandhi ha riconosciuto la sconfitta. Il primo ministro uscente Manmohan Singh ha telefonato a Modi per le congratulazioni di rito. La destra torna al potere dopo 10 anni. I festeggiamenti sono iniziati davanti alla sede del Bjp a New Delhi. può dunque governare senza apporti esterni.
I nazionalisti indù promettono una “nuova era” indiana caratterizzata da moralità e sviluppo economico e tecnologico. Il 63enne Modi è il nuovo uomo forte. Ha promesso di liberare il paese dalla corruzione con misure volte a favorire la trasparenza della pubblica amministrazione. Sul piano economico, Modi intende combattere l’inflazione e perseguire una “vision” economica volta a replicare il suo successo nell’attrarre investimenti e realizzare infrastrutture in Gujarat, lo Stato che ha governato per 12 anni. Tra le varie misure proposte, Modi ha promesso una serie di riforme volte a rivoluzionare il sistema di tassazione ed il mercato del lavoro in modo da creare decine di milioni di nuovi posti di lavoro.
Dopo un decennio guidato dal Congresso, l’India virerà vigorosamente a destra. Mentre resta da vedere se e quanto il nuovo premier riuscirà a ripetere il modello Gujirat a livello nazionale, gli analisti temono che la retorica anti-musulmana di Modi e del suo partito, in un Paese dove l’Islam conta 180 milioni di fedeli (pari al 15% della popolazione indiana), possa peggiorare le tensioni religiose nel subcontinente. Molti indiani nutrono profonda preoccupazione nei riguardi di Modi, accusato di aver fatto ben poco per fermare gli scontri di natura religiosa avvenuti nel suo stato nel 2002, quando vennero uccise almeno 1.000 persone, la maggior parte dei quali musulmani. Modi ha sempre negato ogni accusa.
Più di mezzo miliardo di persone hanno votato in quello che, almeno numericamente, è stato il più grande esercizio di democrazia della storia dell’umanità. L’affluenza è stata del 66%.
Fonte immagini: Reuters.