Los hombres escriben ficciones porque están encarnados, porque son imperfectos. Un Dios no escribe novelas.
Gli uomini scrivono finzioni perché sono di carne, sono imperfetti. Un Dio non scrive romanzi. (dal saggio: El escritor y sus fantasmas – Ernesto Sábato)
Un amico di buone letture tre anni fa mi ha inviato un messaggio: “Leggi: Sopra eroi e tombe, punto”.
Lo comprai (online, ovviamente) mi fido del mio amico. Nell’attesa cercai informazioni, scoprendo che era stato pubblicato nel 1961 ma che solo nel 2009 era stata tradotta e pubblicata da Einaudi la versione completa e definitiva del romanzo.
“Le prime indagini rivelarono che l’antico Belvedere, dove c’era la camera da letto di Alejandra, era stato chiuso a chiave dall’interno da Alejandra stessa. E dopo (benché, logicamente, non sia possibile precisare il tempo trascorso) lei uccise suo padre con quattro colpi di pistola calibro 32. Infine, cosparse tutto di benzina e appiccicò il fuoco.”
(Sopra eroi e tombe – Ernesto Sábato – Ed.Einaudi)
Quelle sopra sono le prime sei righe delle 597 pagine del romanzo e dopo poche pagine, scoprendo che Alejandra è la principale protagonista femminile del romanzo, per un’attimo ho pensato: “Vecchio trucco da giallista?“.
Ma, dopo altre poche pagine, mi sono accorto di avere tra le mani uno di quei romanzi che non “ti mollano“, uno di quei romanzi di cui non vedi l’ora di arrivare all’ultima pagina e dispiacerti sia finito.
Sábato rivela subito l’epilogo, il destino comune dell’uomo, la morte, ha ben poca importanza rispetto al romanzo della vita ed il lettore non può sapere quel che Sábato vuole raccontare.
E riesce a raccontare una storia sentimentale e politica, una storia concreta e ambigua. La sua sorprendente scrittura ci accompagna attraversando quella confusa parte di noi che viene chiamata: anima. Quella parte di tutti noi a cui Stevenson ha dato il nome di Mr Hyde, che in inglese si pronuncia come la parola: hide (nascondersi/celarsi), e Sábato ci racconta di come l’uomo lotti per convivere con questa sua imperfezione.
E ci racconta gli eventi passati di una nazione crogiolo, l’Argentina, e di un innamorato, Martin, e di altri innamorati. E seguendo la storia lungo il suo svolgersi finiamo come ciechi nella sua trappola di parole, sino alla partenza del finale viaggio liberatorio, verso la Patagonia. Un romanzo per viaggiatori non per turisti.
Fonte immagine: miradaglobal
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