La campagna elettorale per le elezioni europee 2014 è all’inizio. In precedenti post Vi ho proposto i programmi elettorali nazionali ed europei. Cercando di sottolineare l’importanza di come verranno trattati alcuni argomenti “pratici” sino ad oggi sottaciuti.
Le uniche novità sono i chiarimenti circa la posizione del M5S (intervista di Mentana a Grillo) e, l’altra novità, ma dovrei definirla: altra recita, è stata la visita del Presidente del Consiglio in Germania. La Merkel ha plaudito (ma solo forse) il programma di riforme italiano.
La questione di fondo: se l’Unione Europea, così com’è, opprime alcuni Stati pare non essere in discussione, tutti la danno per scontata seppur con interpretazioni talvolta contraddittorie. Non per nulla, siamo in campagna elettorale e tutti i partiti, nazionali ed europei, invocano modifiche più o meno pesanti, all’attuale struttura.
Ma la vera questione è: l’Europa ha l’autonomia politica sufficiente per cambiare il declino economico e soprattutto sociale che l’attanaglia?
L’ascesa degli euroscettici, che oggi hanno già fatto delle vittime illustri, testimonia la debolezza della UE e questo non può che portare ad un nuovo parlamento europeo incapace (ancor più dell’attuale) di superare le problematiche europee ed internazionali ed anche con la sconfitta degli antieuropeisti, ma senza il superamento degli egoismi nazionali, il compito sarebbe improbo.
Siamo in trappola? Non lo so. Quel che vedo in Italia è un procedere deciso verso il sacrifico della democrazia quasi a mettere in atto i suggerimenti di entità come J.P. Morgan. Soggetti che ben poco hanno a che fare con la politica se non attraverso il foraggiamento di quella stessa politica che poi provvede, del caso, al suo non fallimento coi soldi dei contribuenti.
“Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare.
La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto. Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione.
Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato.
Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone.”
(Appello apparso su ilFattoquotidiano del 28 marzo 2014 a firma di Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace,Roberta De Monticelli, Gaetano Azzariti, Elisabetta Rubini, Alberto Vannucci, Simona Peverelli, Salvatore Settis, Costanza Firrao)
Il progetto di scassinare la Costituzione, che molti indicano come obiettivo della famigerata P2 e che nasce ben prima delle ultime proposte, mostra quanto l’attuale classe politica al potere (centro sinistra e centrodestra) non intenda fare i conti con tutti coloro che la pensano diversamente (anche all’interno del proprio schieramento). Troppa la paura di perdere voti e quindi potere/poltrone (e con la nuova legge elettorale si prova anche a non perdere mai). Ma c’è negli elettori la consapevolezza dell’importanza di opporsi ai cambiamenti in corso? C’è la voglia di discutere nel merito delle proposte fatte in ambito nazionale ed europeo o tutto finisce con la firma dell’ennesimo vibrante appello oppure solo con tante inutili dichiarazioni disgustate fatte al bar con gli amici?
Prometto, non Vi disturberò ulteriormente con questo noioso argomento, mi permetto solo di riscrivere quanto trovate nella Home di questo Blog (sulla destra in basso):
Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali. (Bertolt Brecht)
fonte immagine: ipinitalia
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