Corte: voto invalido. Pheu Thai: la Corte mina la democrazia. Opposizione: ora via il Governo
BANGKOK (Asiablog) – La Corte costituzionale della Thailandia ha annullato le elezioni nazionali del 2 febbraio scorso. La consultazione elettorale non è stata riconosciuta come valida perchè non completata in un solo giorno a livello nazionale come stabilito dalla Costituzione. A febbraio, tra le proteste anti-governative a Bangkok e nel centro-sud del Paese, 28 circoscrizioni su 375 a livello nazionale non sono state in grado di svolgere le operazioni di voto per l’assenza di candidati o di schede elettorali.
In seguito alla sentenza, alcuni membri del partito di governo Pheu Thai hanno accusato la Corte di minare la democrazia nel Paese, favorendo l’opposizione anti-elezioni del Phak Prachathipat (“Partito Democratico”) e People’s Democratic Reform Committee (Pdrc), che ha impedito il regolare svolgimento delle elezioni attraverso blocchi ed intimidazioni presso diversi seggi nella capitale e nel centro-sud del Paese.
Di tutt’altro parere è Chavanond Intarakomalaysut, portavoce del Phak Prachatipat, che ha annunciato che il suo partito intende boicottare anche le prossime elezioni. L’opposizione chiede le dimissioni del Governo e la nomina di un “Consiglio” sottratto al voto popolare al quale affidare il compito di “fare le riforme.” Gli attivisti anti-governativi, che rappresentano soprattutto l’aristocrazia e i settori ultra-monarchici della borghesia di Bangkok, accusano il governo di corruzione e populismo.
Le nuove elezioni per l’Assemblea Legislativa dovranno svolgersi entro 60 giorni, ma nel frattempo la crisi politica potrebbe tornare ad infiammarsi. Secondo fonti del Dipartimento medico Erawat di Bangkok, il bilancio dall’inizio della crisi è di almeno 23 morti e oltre 700 feriti.
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